CALMA E GESSO
Quattro gol del Napoli al ChievoVerona, altri quattro della Juventus alla povera Lazio. Sono questi i segnali forti che il secondo week-end di Serie A ha lanciato al campionato e alle zone nobili della classifica. Per di più, se non bastasse, a firmare questi rotondi successi ci hanno pensato guarda caso proprio Higuaìn e Tévez, due dei cosiddetti top-player che in questa estate, assieme a Gomez, hanno abbracciato l'Italia. Il parallelo della Fiorentina, a questo punto, viene davvero spontaneo: riuscire a rispondere a questi due segnali con un successo esterno sul campo del Genoa (magari con il primo gol in A del bomber numero 33) vorrebbe dire inviare un messaggio forte e chiaro a tutte le ''competitors'' per i primi posti: ''Sì, c'è anche la Fiorentina''.
Ma per avere la meglio sugli uomini dell'ex Liverani servirà innanzi tutto calma e gesso, perché farsi prendere dalla fretta del risultato potrebbe complicare dannatamente i progetti viola. Le ultime uscite della formazione di Montella del resto non sono state particolarmente esaltanti sul piano del gioco (il ko casalingo contro il Grasshopper risulta essere, ad oggi, la prestazione più deludente mai ammirata sin qui al Franchi) ma non si deve dimenticare che i risultati sono arrivati comunque grazie alla concretezza e alla caparbietà del gruppo: tre punti contro il Catania e qualificazione contro gli svizzeri, se pur col minimo sindacale.
E questo, per il momento, basta ed avanza a Montella, che ieri in conferenza stampa ha ribadito un sacrosanto concetto: ''Oggi tutti pensano che la Fiorentina debba solo vincere, convincere e stupire ma le cose non stanno così''. Punto. Stesso dicasi per il discorso relativo a Mario Gomez, sul quale - dopo solo tre gare ufficiali a secco - si sono alzate alcune precocissime critiche che al tecnico viola hanno fatto venire il sorriso. Anche perché, con tutta onestà, discutere un 28enne con alle spalle 222 reti in carriera ed un pedigree calcistico di tutto rispetto è una pratica davvero masochistica che cozza nettamente con quella che è la storia di Gomez negli avvii stagionali.
Da quando il numero 33 viola ha iniziato a giocare in un massimo campionato (stagione 2004-2005), solo in due circostanze SuperMario ha trovato la via della rete nei primi turni stagionali (una volta con la maglia dello Stoccarda, l'altra con quella del Bayern) mentre invece nei restanti sette (otto se si conta quello in maglia viola) avvii, Gomez è rimasto a secco per almeno le prime tre giornate. Un discorso fisico ovviamente, contando soprattutto che il tedesco non aveva mai svolto una preparazione così lunga (33 giorni) come quella in maglia viola e che una naturale fase di adattamento è più che comprensibile. Calma e gesso, dunque.