ZICO, L'Udinese ha venduto troppi giocatori
In una giornata grigia, culminata nella sconfitta con la Fiorentina, è tornato Zico a riaccendere gli animi dei tifosi bianconeri. Un ritorno atteso sinceramente e per questo vissuto con un'emozione particolare che ha magicamente riportato indietro negli anni. Il presente è però crudelmente riapparso quando il Galinho ha fatto notare che la sua Udinese, come quella attuale, non vince per il solito motivo: non si mantiene il gruppo valido, si vendono elementi importanti che poi possono deliziare altre tifoserie. "Se una squadra vuol essere grande, ha un grande club, tifosi, stadio, deve sempre pensare in grande. L'Udinese invece vende subito i giocatori che fanno bene. Io, quando arrivai, trovai Causio, Edinho, ma anche Miano, Gerolin, Mauro, Virdis: gente che poi ha avuto successo in altre squadre. Se avessimo fatto qualche sforzo in più, avremmo potuto vincere qualcosa. Invece alla seconda stagione, furono tutti venduti e non arrivò nessuno.
Mi ritrovai solo. Poi ci furono problemi a livello dirigenziale e la squadra e l'allenatore erano isolati. Al Flamengo arrivai nel 1974, e vincemmo lo scudetto nel 1978 conla stessa squadra che in quell'arco di tempo era cresciuta. Io nella seconda stagione avevo molte richieste, ma decisi di rimanere perchè credevo nell'Udinese e volevo vincere lo scudetto, non lottare per la salvezza. Questo però non incrinò il mio rapporto con i tifosi. A me non interessava andare in una grande squadra: è facile andare a vincere all'Inter o al Barcellona, lo fanno tutti. Il calcio non è questo. Chi ha più soldi ha più possibilità e costruisce squadre che sono delle vere e proprie Nazionali, non dei club. Come l'Inter o il Barcellona".