BALDINI, Si vuole destabilizzare la Roma, io resto
Il suo futuro, il domani della Roma. Una conferenza stampa organizzata a sorpresa, dove il direttore generale del club giallorosso, Franco Baldini, vuole chiarire molti punti riguardanti quel che sarà. "Sembra rituale dover venire qua ogni due-tre mesi: stiamo parlando di una libera interpretazione di pensieri non della società. Sono stato scelto dalla proprietà americana per fare un lavoro, per rendere il prima possibile competitiva questa squadra, nel tempo. Vogliamo rendere la Roma competitiva in futuro, senza che questo debba far incorrere in rischi di fallimento o problemi finanziari. Un investimento importante per avere risultati nel tempo. Tutto questo viene destabilizzato dalle voci su di me e sugli altri componenti: per me è umiliante. Ho detto che sarei rimasto a Roma finché non avessi completato questo percorso e la società ogni giorno mi ribadisce la fiducia. Ogni giorno dobbiamo chiarire, verificare, stabilire, che la proprietà è solida e non recede dal suo percorso a cui non rinuncerà. Non va via nessuno, abbiamo un debito di riconoscenza verso chi ci ha scelti. E' mortificante anche dover ribadire che non ho dissapori e screzi con chi mi circonda. Anzi: c'è un'amiciza forte, quasi esagerata. Nè Fenucci, nè Baldissoni, nè Sabatini, hanno tra di loro e con me problemi che non siano quelli del quotidiano confrontarsi".
Ancora sul futuro. "Faccio questi discorsi perché sono costretto a farlo. Una persona ha come patrimonio la sua faccia e quella si deteriora, oltre alla propria parola. E' un bene che non vorrei tradire, mi permette di avere una libertà che altrimenti non potrei avere. Ci saremmo aspettati che testate serie verificassero con più accuratezza le proprie notizie: tutto quello che è stato detto è falso, finché avrò forza per farlo, sarò qui a difendere Roma e la Roma". Sulla crisi. "Diciamo tutto ed il contrario di tutto, anche se con la Juventus abbiamo avuto difficoltà forti, che sono partite dalla testa. Ieri c'è stata una riunione dove, contrariamente a quello che è stato riportato oggi, non c'è stata certo una caccia alla talpa ma dove ho cercato di stimolare il lavoro di tutti".
Su Zeman e sui giocatori che non seguono il tecnico. "Dovremmo avere sempre fede nelle cose che facciamo. I risultati hanno sottolineato sì le nostre fragilità ma anche le nostre qualità. Contro la Juventus sono state minate alcune nostre convinzioni, come già contro Sampdoria e Bologna". Su una squadra forse sopravvalutata. "Sabatini ha voluto provocare una reazione nei giocatori, per far aver loro consapevolezza".