"AMARCORD", Befana 2001: i viola di Terim ricoprono di carbone la Juventus
Un 3-3 da favola, 90’ che sono entrati di diritto nella top–ten delle partite che più di altre hanno impreziosito la lunga e gloriosa storia viola. Mancò solo la vittoria, ma alla fine pochi se ne accorsero. Il palato fine dell’esigente pubblico viola fu, infatti, dolcemente accarezzato da una prova a dir poco sfrontata dell’undici gigliato, allora guidato dall’imperatore, al secolo Fatih Terim. Era una Fiorentina inarrestabile quella che dette bella mostra di se a cavallo fra dicembre 2000 e gennaio 2001. I viola si lasciavano alle spalle tre vittorie consecutive (Inter e Verona al Franchi, Udinese al Friuli) e in piena trance agonistica si sarebbero ripetuti 7 giorni dopo, umiliando il Milan per 4-0 al termine di quello che possiamo considerare “il canto del cigno” di quella meravigliosa squadra. 30 giorni di sublimazione calcistica che raggiunsero l’apoteosi, appunto, il giorno della Befana, dolce, dolcissimo, per i tifosi viola. Doppio, immediato, folgorante vantaggio con i gol di Chiesa al 5’ e Nuno Gomes al 18’. Reazione Juventina e risultato ribaltato al 57’ con i gol di Conte e la doppietta di Inzaghi (è la storia della coperta corta, Fiorentina fortissima in attacco ma fragile in difesa); altrettanto immediata la risposta viola con una punizione dal limite di Chiesa che firma così la doppietta personale ed il 3-3 finale. Due sono le fotografie che hanno impresso la mia memoria, quella sera: la “scorrettezza” di Di Livio sulla punizione appena citata, con il soldatino che sposta la barriera juventina in azione palesemente fallosa, per una volta non rilevata dall’arbitro; ed il forcing finale (udite, udite) della Fiorentina alla ricerca di una vittoria storica (a tutt’oggi un successo esterno contro la Juventus manca dall’88’…) esercitando un possesso palla pressoché totale negli ultimi dieci minuti di partita.
Dolci in quantità, abbiamo detto, per i tifosi viola il giorno della Befana, sacchi di carbone per quelli juventini e la memoria va immediatamente al 6 gennaio del 1980, quando in un pomeriggio freddo ma assolato si disputò un Fiorentina – Juventus in tono minore (classifica alla mano le due squadre stazionavano nella parte bassa della classifica). 2-1 per i viola con i gol di Gigi Sacchetti (splendida sforbiciata dal limite dell’area) e di Alessio Tendi, “terzinaccio” tutto mancino (non ce ne voglia il buon Alessio) che segnò con un tiro, come si disse allora, ”scoccato dalle colline di Fiesole”. Il 6 gennaio del 2004, invece, “esordiva” in serie B una sorta di Fiorentina 2, costruita in tutta fretta da Lucchesi, ds viola del tempo, per riparare ad una campagna estiva fallimentare e rimettere in sesto una classifica anemica e preoccupante. In pochi giorni erano arrivati (con ingaggi principeschi per la categoria), Viali, Savini, Piangerelli, Fontana, Fantini ed il greco Vryzas, tutti accorsi al capezzale di Cavasin e tutti (nessuno escluso) gettati nella mischia a…”miracol mostrare”. 3-2 il risultato finale con i gol di Vryzas appunto, Riganò e Fantini e la scalata alla serie A emise finalmente il primo vagito.
Chiudiamo con un Fiorentina – Sampdoria del 6 gennaio 1999. Un gol di Manuel Rui Costa al 28’ decise una partita tutto sommato incolore che permise ai viola di mantenere il primo posto in classifica e di continuare a cullare quel sogno chiamato “terzo scudetto”. Il risveglio, lo ricordiamo tutti, fu amaro e le speranze di successo naufragarono appena un mese dopo nella smorfia di dolore di Batistuta e nel sorriso canzonatorio e irridente di Edmundo al carnevale di Rio. A fine campionato il risultato fu comunque lusinghiero con la qualificazione alla Champions League ottenuta nonostante le 10 sconfitte esterne. Chissà che anche stavolta, nella calza della Befana, non si possa trovare qualcosa di buono per i tifosi viola…