UNA STRADA OBBLIGATA

08.09.2017 00:00 di  Tommaso Loreto  Twitter:    vedi letture
UNA STRADA OBBLIGATA

Come da tradizione l'inchiesta sugli ingaggi della Serie A, pubblicata ieri mattina dalla “Gazzetta dello Sport”, svela più di un retroscena sulla stagione appena cominciata. Stranezze e paradossi di un calcio italiano ancora in cerca di un presidente di Lega o di una spartizione più equa dei diritti televisivi, nel quale la Juventus mantiene la leadership anche sul fronte economico.

Imbarazzante il divario con gli altri club, ancora peggio il raffronto che gioco forza ci spinge a seguire i conti di casa viola. Non che il parallelo abbia troppo senso, visto che inevitabilmente viola e bianconeri corrono per obiettivi diversi, se non fosse che l'asticella complessiva della Fiorentina è scesa ulteriormente. Dai quasi 70 milioni sostenuti ai tempi dell'accoppiata Gomez-Rossi ai 44 della passata stagione fino ai 35 attuali.

E se Babacar, nonostante il ruolo da prima alternativa al Cholito, resta in cima agli stipendi a quota 1,4 dietro ci sono Astori, Badelj, Benassi, Vitor Hugo, Sanchez, Saponara e Simeone tutti intorno al milione di euro, mentre per gli altri si va al di sotto passando per i 400 mila euro di Chiesa (ma il rinnovo è dietro l'angolo) fino al giovane Cerofolini ultimo nella graduatoria con 30 mila euro annuali.

Un vero e proprio taglio al quale aggiungere il 25% ricavato dal mercato in uscita destinato alla gestione aziendale. Ma soprattutto l'ennesima conferma, ce ne fosse ancora bisogno, di una società viola ormai costretta a ricercare soltanto al proprio interno tutte le risorse necessarie. Niente più sostegno da parte della famiglia proprietaria che, d'altronde, sull'argomento era già stata assai chiara.

La Fiorentina, in altri termini, resta società in vendita, in attesa di compratori e offerte all'altezza, perciò obbligata sotto ogni profilo a fare di necessità virtù. Che sia autofinanziamento o puro ridimensionamento trattasi, alla fine, di semplice scelta linguistica, quel che salta più agli occhi è il consistente abbattimento di costi e investimenti.

Una strada obbligata, in un senso o nell'altro, perchè a prescindere dal discorso nuovo stadio (per il quale la fine dell'anno resta data fondamentale) una società economicamente in salute, con i conti a posto e un gruppo di calciatori giovani e in crescita diventa ancora più appetibile di quanto non lo sia già. A Pioli, poi, l'arduo compito di superare l'attuale nono posto dei viola nella classifica ingaggi dietro a Torino e Sampdoria.

Non sempre i valori economici corrispondono esattamente a quelli tecnici, ma è indubbio che mai come quest'anno la Fiorentina dovrà compiere i salti mortali per riprendersi quell'Europa divenuta, negli anni, una gradevole abitudine. L'Atalanta, l'anno scorso, c'è riuscita giusto per citare un esempio. 

Tommaso Loreto - Direttore www.firenzeviola.it