UN QUINTO POSTO FIGLIO DEL GIOCO. FIORENTINA ORA CANDIDATA ALL’EUROPA. BIRAGHI E MALEH: CHE GOL. GONZALEZ IL MIGLIORE IN CAMPO. VLAHOVIC, NEL SOLCO DEI GRANDI. MERCATO: ARRIVA IKONÉ
Dopo 16 giornate la Fiorentina è quinta davanti alla Roma, dov’è l’errore? Se ripensiamo da dove sono partiti i viola, non basta sgranare gli occhi. Troppo brava la squadra di Italiano o troppo grande il flop di Mourinho, oggi nelle vesti più del predicatore che dell’allenatore? Probabilmente c’è del vero in entrambe le considerazioni. La Fiorentina è ben oltre il confine delle (note) più rosee aspettative, mentre la Roma ha più problemi di quanto fosse ragionevole immaginare. Un quinto posto nel quale non si trova niente di regalato, ma solo tutto di guadagnato. Attraverso una strada che non sempre in Italia si prova a percorrere, quella del gioco.
Il lavoro di Italiano e della squadra è talmente evidente da risultare abbagliante. Anche lo sguardo meno avvezzo a questioni tecniche ne scorge il valore. Pure la società può togliersi qualche soddisfazione perché i calciatori acquistati nelle ultime sessioni di mercato non erano tutti bidoni. Persino un prestito, transitato da Firenze tra gennaio e giugno con le sembianze di un turista “fai da te”, parliamo di Malcuit, ha dimostrato di non essere scarso come in molti ritenevano - compreso chi scrive -: la sua partita contro l’Atalanta è stata veramente di qualità. Il Napoli ha (ri)scoperto un esterno che farà molto comodo a Spalletti. E ciò dimostra solo un dato: i calciatori non sono solo il risultato di un combinato disposto tra tecnica, fisico e mentalità, ma sono anche il prodotto di un contesto ambientale. Quando tutto va male, ed è fuor di dubbio che le ultime tre stagioni a Firenze siano state meritevoli di un colpo di cimosa, non funziona nulla. Nemmeno quello che da altri parti andrebbe benissimo.
Italiano è stato abile nel valorizzare al massimo il materiale umano messogli a disposizione dal club, dando ad ognuno una chance. Questo non spiega che la Fiorentina sia già pronta per grandi traguardi, il tessuto connettivo della squadra andrà rinforzato sul mercato nel tempo, ma intanto un gruppo da metà classifica naviga al quinto posto. Ecco la differenza. Inoltre non siamo neanche al giro di boa, ci sono tanti mesi da vivere e altrettante difficoltà con cui misuarsi, ma per adesso la Fiorentina vola. E non è poco.
Certo, ci sono anche delle controindicazioni con le quali fare i conti: d’ora in poi, stante questa classifica, la Fiorentina sarà sotto i riflettori, diventando di fatto una seria candidata all’Europa. Una sorella in più che fino all’estate scorso non aveva neanche il diritto di sentirsi cugina. Gli avversari la affronteranno in modo diverso e fatalmente la pressione mediatica lieviterà. Come quando a Firenze si lottava per qualcosa di importante. Si tratta solo di riprendere delle sane vecchie abitudini, non tutto lo stress viene per nuocere. Sarà un passaggio ulteriore per testare la crescita della Fiorentina. Il derby dell’Appennino è stato vinto meritatamente dai viola anche se è stata una partita complicata da sbloccare, all’inizio giocata sotto ritmo dalla Fiorentina. Ma i viola ci hanno provato sempre, il Bologna mai.
Il primo gol di Maleh in A è stato un gioiello. Il centrocampista, che ha nelle corde quel tempo di inserimento, ha seguito una palla meravigliosa di Gonzalez. L’argentino ha iniziato lì lo show che lo avrebbe portato ad essere il migliore in campo: un assist, appunto, due giocatori del Bologna fatti ammonire, il fallo subito per la punizione di Biraghi e infine il rigore, arrivato a causa dell’intervento scorretto del portiere del Bologna. Quando si parla di decisività all’interno di una gara, basta portare come esempio la prestazione di Gonzalez ieri. Italiano ha optato per un tridente davvero offensivo, sul lato opposto c’era Sottil, e non ha sbagliato. In un calcio spesso ingessato, c’è biosgno di gente veloce che sappia saltare l’uomo. Gonzalez ha queste caratteristiche e Sottil sta provando a crescere.
Biraghi ha calciato un’ottima punizione e ha disputato una buona gara. Il capitano è sovente al centro di critiche e brusii, ma adesso sarebbe arrivato il momento anche di sottolineare gli aspetti positivi. Non è un fuoriclasse, ma in giro ce ne sono di peggiori in quel ruolo. Il tiro al bersaglio non giova a nessuno.
Vlahovic non ha ricevuto molti palloni puliti, ma lui non si è fatto risucchiare dalla solitiudine, anzi: ha lottato con la consueta forza, sorretta sempre da una buone dose di lucidità. E alla fine è stato premiato: ha segnato il suo dodicesimo rigore consecutivo da quando gioca in serie A. Uno specialista del dischetto, oltre a tutto il resto. Sta mietendo record, tanto da entrare nel club dei grandi. Il gol di Bologna (centro numero trenta nel 2021) il 13esimo in campionato quest’anno (con 5 rigori), gli ha consentito di agganciare Meazza, Borel e Angelillo che in altre ere calcistiche avevano fatto 30 gol nell’anno solare in serie A, da under 22 come Dusan. Chapeau.
Gennaio è dietro l’angolo e la società non deve lasciarsi sfuggire questa formidabile opportunità: con due elementi di qualità nel motore, uno parrebbe già vicino come Ikonè, la meta europea potrebbe concretizzarsi. Allenatore e squadra meritano un aiuto per provare a rendere possibile l’impossibile. E poi durante l’estate i dirigenti eseguiranno il lavoro di rifinitura per il piano di rafforzamento. Ma ora vale la pena investire pensando ai clamorosi frutti che potrebbero nascere.