IL RISCHIO LOCKDOWN E LE FERITE DI FIRENZE, QUANTO È DURA PARLARE DI CALCIO. CALLEJON FALSO NOVE, BEPPE FA L’AEROPLANINO PER SCACCIARE L’OMBRA DI SARRI

01.11.2020 00:00 di  Leonardo Bardazzi   vedi letture
IL RISCHIO LOCKDOWN E LE FERITE DI FIRENZE, QUANTO È DURA PARLARE DI CALCIO. CALLEJON FALSO NOVE, BEPPE FA L’AEROPLANINO PER SCACCIARE L’OMBRA DI SARRI

Lockdown locali, guerriglie urbane. E’ dura parlare di calcio, anche e soprattutto perché Firenze è ancora ferita dal vigliacco far west che ha lasciato la città in mano ai teppisti. Vedere colpite Piazza Strozzi, Piazza della Repubblica, Via Calzaiuoli e tutte le strade che fanno del centro storico un patrimonio dell’umanità, è stato un colpo al cuore, una ferita appunto, l’ennesima di questo 2020 terribile, che proprio non vuol saperne di lasciarci in pace. Per domani a proposito aspettiamo l’ennesimo Dpcm (parola orribile, ma ormai diventata quotidiana per tutti noi), mentre il calcio sta faticosamente provando ad andare avanti nonostante i continui casi di positività e le mille incertezze che rischiano di falsare non solo il nostro campionato, ma anche coppe ed Europeo. Marotta se l’è presa con le Nazionali, ma il problema è un altro: si gioca troppo, le coppe europee sono diventati contenitori di partite spesso inutili e decisamente brutte, i campionati sono extralarge (da quanto si parla di ridurre le squadre?) e i calendari sono così compressi che basta una partita da recuperare per rischiare di veder saltare il banco. Nessuno però in questi mesi ha fatto niente per cambiare le cose, l’unica priorità è sempre rimasta salvare i soldi delle tv. Il resto poteva attendere ancora. 

E allora avanti così e sotto a chi tocca: oggi c’è Roma-Fiorentina, l’ennesimo esame per Beppe Iachini e per una squadra incerta e insicura. L’ultima idea è Callejon con Ribery in attacco, in uno schema che ricorda tanto l’idea di Montella dell’anno scorso, che consegnò a Franck e Chiesa le chiavi dell’attacco viola. Beppe non si fida della condizione di Callejon e pur di non rinunciarci, lo mette là davanti. In poche parole, farà l’Aeroplanino per scacciare le critiche e l’ombra di Sarri. Di cambiar modulo infatti non se ne parla neppure, almeno finché la condizione degli uomini migliori non sarà quella giusta. L’ambizione futura però non può non essere quella di giocare con i più forti nel posto giusto. Callejon è un’ala e infatti è stato preso per sostituire Chiesa: è lì che deve giocare, non certo al posto dei giovani attaccanti su cui la Fiorentina dice di puntare tanto e che adesso, invece, vengono tutti e tre relegati in panchina. Di tecnica, il 7 e il 77, ne hanno da vendere, di esperienza pure, e la cosa può non essere secondaria in una squadra sostanzialmente ancora incapace di gestirsi. Nessuno dei due però garantisce la profondità di cui la squadra avrebbe bisogno: i dubbi sono tutti lì, perché dall’altra parte Fonseca, a proposito di punte e profondità, può contare su Dzeko, uno che per caratteristiche fa reparto da solo. In questo sistema di gioco, saranno fondamentali gli inserimenti di Bonaventura e Castro, ma soprattutto sarà fondamentale il coraggio di attaccare con molti uomini, di giocare a viso aperto anche contro un avversario forte ma comunque vulnerabile. La Fiorentina di queste settimane è stata timida e impacciata, al punto da farsi mettere sotto da Spezia e Padova. L’insicurezza è palese, ma paradossalmente partite come quella di oggi possono creare leggerezza nella testa dei giocatori e aiutarli a cominciare a credere di più in sé stessi. Mkhitaryan, Pedro e appunto Dzeko sono pessimi clienti, ma l’orgoglio viola, proprio come quello di Firenze, può diventare un alleato prezioso.