FRANCHI ALL'INGLESE: SI PUÒ. L'IDEA DI ANDREA DELLA VALLE È AFFASCINANTE E PERCORRIBILE
Tutto è nato in una cena di inizio agosto a Moena, durante il ritiro della Fiorentina. Un incontro, ormai diventato consuetudine, tra il presidente e i giornalisti al seguito della Fiorentina - presenti pure Montella, Ripa e Guerini -: un momento conviviale a taccuini chiusi, una sorta di ponte tra la stagione conclusa e quella appena iniziata. Sono le serate migliori: fuori dalla liturgia dell'ufficialità, tutto è più sereno. Si chiacchiera, sbocciano le battute, ma nascono anche gli spunti migliori: il più incisivo, in quella notte nel cuore delle Dolomiti, lo ha lanciato Andrea Della Valle: "Mi piacerebbe un restyling del Franchi, che bello uno stadio all'inglese, con le curve attaccate al campo, spioventi...".
Un'idea che poteva venire in mente solo a chi ama davvero quel campo, un impianto che porta benone i suoi 82 anni. Tanti auguri vecchio stadio (dai tre nomi nella storia: prima Berta, poi Comunale e infine Franchi), il tuo compleanno è stato ieri 13 settembre. E Andrea Della Valle lo ama, così come lo adorano i fiorentini. Un sondaggio divertente di qualche anno fa decretò la maggioranza dei consensi al Franchi, rispetto ad un nuovo impianto immaginato, sognato, ma ancora lontano dall'essere edificato. Firenze è città conservatrice per eccellenza e la separazione dallo stadio di Campo di Marte sarebbe stata comunque uno strappo.
E allora, in attesa di vedere la Fiorentina in una struttura tipo Allianz Arena, un restyling del Franchi sarebbe molto gradito. Soprattutto se le curve, come suggerisce giustamente Andrea Della Valle, fossero modello British.
Il problema è antico, lo stadio di Firenze grazie alla genialità del suo babbo, il magnifico architetto Nervi, è monumento nazionale. Ai tempi del Mondiale italiano del '90 la sua ristrutturazione fu chirurgica proprio perché non ci potevano essere contaminazioni architettoniche. Il parere definitivo, per qualsiasi intervento, spetta alla Sovrintendenza. Da lì non si scappa, non esistono vie di fuga. E sappiamo quanto sia difficile affrontare questo tema.
Ma grazie ad Andrea Della Valle da un mese e mezzo se ne riparla, in attesa della margherita da sfogliare, Mercafir sì, Mercafir no. E ieri sera, nel "Salotto Viola" di Italia 7, Eugenio Giani, presidente del Consiglio Comunale e molto addentro ai meccanismi del dettato normativo, ha spiegato come l'idea di Andrea Della Valle possa essere percorribile. Come? Di sicuro, ha raccontato Giani, i tre elementi assolutamente inviolabili dello stadio sono la torre di Maratona, le scale elicoidali e la tribuna coperta, autentica opera di architettura. All'epoca il progetto Nervi fece scalpore per l'assenza dei piloni portanti. "Le curve - ha detto Giani - penso che potrebbero essere modificate".
Un parere certamente non decisivo come quello della Sovrintendenza, ma di cui ci si può fidare proprio per la competenza di chi l'ha espresso.
La sensazione è che qualcosa si stia muovendo: i Della Valle vogliono realizzare una grande opera infrastrutturale per garantire un futuro di cemento armato (in tutti i sensi) alla società viola. Il patròn non basta per soddisfare le esigenze della competitività, soprattutto quella di respiro internazionale. Deve essere accompagnato da un indotto altrettanto importante. Il calcio è cambiato, servono centinaia di milioni di euro per vincere. Oggi è impensabile che un club prestigioso come la Fiorentina non abbia neppure la sede di proprietà.
Il futuro è adesso, non ci sono dubbi. Mercafir? Un nuovo tentativo a Castello? Franchi all'inglese? Qualcosa tra poco succederà, su questo restano pochi dubbi. E se Andrea Della Valle avesse fatto centro un'altra volta, i tifosi non si muoverebbero più da Campo di Marte...
Mario Tenerani
Il giornale