FIORENTINA, IL 2015 È COMINCIATO BENE. CINQUE VITTORIE E DUE PAREGGI: UN SOLO STOP. PROBLEMA CUADRADO SUPERATO: MONTELLA HA LA SOLUZIONE. SALAH E DIAMANTI SONO LE NUOVE ARMI. STADIO: LE PAROLE DI ADV PREOCCUPANO
Forse il vento è cambiato. E’ presto per avere certezze, ma qualche indizio pesante emerge. Il 2015 per la Fiorentina è cominciato bene, anche se il primo vagito a Parma, il 6 gennaio scorso, è stato pessimo. Una sconfitta francamente ancora inspiegabile, subita sul campo dell’ultima in classifica, contro una squadra senza una società alle spalle e con un piede e mezzo in serie B. Il calcio però è anche questo, l’imprevedibile è sempre dietro l’angolo. C’è chi nella storia ha perso uno scudetto all’ultima giornata contro una formazione già retrocessa. Detto questo, da quella brutta Epifania, la Fiorentina ha saputo voltare pagina. Da allora 5 vittorie e 2 pareggi. Tra i trionfi rientrano anche i successi di Coppa Italia, prima con l’Atalanta e dopo con la Roma, all’Olimpico, in uno stadio in cui per la Fiorentina è tradizionalmente difficile. Risultati pesanti, non c’è dubbio. Una striscia positiva che fa pensare ad un’inversione di marcia rispetto a quel cammino ondivago che ha contraddistinto la prima parte della stagione. Il difetto più grande della Fiorentina è stata la discontinuità: per cause molteplici, a cominciare dagli infortuni, ma purtroppo si è manifestata. Senza continuità non si possono affrontare le corse a tappe come il campionato. Nelle coppe è diverso, si gioca tutto in 180 minuti o come nel caso della formula bizzarra della Coppa Italia, anche in gara secca. In eventi brevi ci può stare tutto. Sul lungo raggio serve invece inanellare successi in serie per poter restare agganciati al vertice della classifica.
Questo nuovo cammino della Fiorentina autorizza ad alimentare il sogno terzo posto, anche se il Napoli è a 7 punti. Non solo: con la crescita dell’autostima ostacoli come Tottenham e Juventus, in Europa League e Coppa Italia, si possono affrontare con qualche speranza in più.
Per Montella era determinante assorbire il colpo della cessione di Cuadrado: inevitabile sul piano economico, ma pericolosa sul piano tecnico. L’allenatore ha dimostrato di saper ovviare, grazie anche all’arrivo di giocatori pronti (finalmente) e funzionali al progetto tattico. Diamanti e Salah sembrano nati per giocare in questa Fiorentina. Hanno tecnica e velocità, ideali per stare alle spalle di Gomez in una sorta di 4-3-2-1, senza dimenticare Joaquin pedina ormai indispensabile nello scacchiere di Montella. Cuadrado era un fenomeno, ma dopo il Mondiale non rendeva come un anno fa e aveva perso stimoli. Da seconda punta, poi, non convinceva. Può darsi che con questi nuovi innesti il gioco posso addirittura migliorare, diventando più concreto. Il parco attaccanti adesso è completo; ci sono tre centravanti (Gomez, Babacar e Gilardino) e una batteria di seconde punte-esterni come Diamanti, Salah, Joaquin e Ilicic. Volendo anche Mati Fernandez. In attesa dei ritorni di Pepito Rossi e Bernardeschi.
Altra considerazione: il 3-5-2 rispolverato il 23 novembre scorso a Verona, in un periodo in cui la Fiorentina aveva diverse criticità, ha rimesso al centro del progetto viola esterni bravissimi come Joaquin e Pasqual. Due professionisti esemplari. Sarà un caso, ma da allora in 11 partite sono arrivati 22 punti. Bravo Montella a cambiare, facendo tesoro di qualche valutazione sbagliata e dimostrando che l’allenatore abile è quello che ha la duttilità come compagna di viaggio.
Chiudiamo con lo stadio: le parole di Della Valle, che ha parlato di alcune difficoltà da superare, hanno fatto suonare un campanello di allarme proprio nel frangente in cui si attendevamo squilli di tromba. Speriamo che questi ostacoli vengano superati. Sarà così perché purtroppo non ci sono alternative: senza stadio e strutture adiacenti, la Fiorentina è destinata a confinarsi in una fascia di mediocrità, priva di ambizioni. In Italia si stanno svegliando: anche il Milan, dopo la Roma, è pronto a costruire un impianto avveniristico, in grado di diventare un tesoro per le risorse da drenare. Non scherziamo: la Fiorentina non può perdere questo treno.
Mario Tenerani