DI LIVIO, Ai viola manca solo un altro big

25.06.2008 10:46 di  Redazione FV   vedi letture
Fonte: Stadio

Il giorno del suo arrivo non fu accolto con strali e onorificenze. L’onta di essere stato per tanti anni un giocatore della Juventus, la nemica di sempre, sembrava difficile da cancellare. Poi l’impegno il sudore che gli vedevi colare ogni volta dal viso spazzò via tutto. Il soldatino Angelo Di Livio, quello che non si arrese mai, neppure davanti ad una C2 che pareva l’anticamera dell’Inferno, Firenze l’ha conquistata così. E’ stato il capitano della rinascita, il leader che non ha esitato ad abbracciare la sfida più difficile della sua storia, riportare in serie A la Fiorentina. Ed oggi, mentre a Coverciano, a due passi dal Franchi, sta seguendo il Master per allenatori, è il primo a scommettere sul valore di questa squadra.
E’ di nuovo Champions League, nove anni dopo l’ultima volta.
La Fiorentina ritrova l’Europa che conta nel momento migliore. Ci sono tutti i presupposti per fare bene. Gli manca ancora qualche pezzettino, secondo me un altro grande giocatore non farebbe che accrescere il valore di questo gruppo. Oltre che permettere all’allenatore di avere una possibilità di scelta maggiore.
Che cosa mancò alla Fiorentina per proseguire il cammino europeo?
Quel pizzico di convinzione nei propri mezzi e poi qualche elemento in più. La nostra rosa era molto corta e riuscire ad onorare le due competizioni, Champions e campionato, non fu affatto facile. Avevamo una squadra formidabile, piena di campioni, eppure non riuscimmo a superare il secondo turno.
Più forti oggi o allora in attacco?
Dico solo questo: secondo me, sarà l’anno di Gilardino. Accanto a Mutu farà cose straordinarie. Attenzione però a non dimenticare Pazzini. Ho sempre tifato per questo ragazzo, ha qualità importanti.
A proposito di Mutu: è lui l’elemento in grado di far fare il vero salto di qualità?
E’ il giocatore che non deve essere assolutamente perso. E’ quello capace di fare la differenza in campo, il leader della squadra. Credo anzi che dovrebbe essere il nuovo capitano.

Avrà una responsabilità più grande e non deluderà. Sono convinto anzi che quella fascia sul braccio potrebbe stimolarlo a puntare ancora più in alto.
Jovetic lo conosce?
No, non direttamente. Su di lui ho sentito parole importanti, credo che debba essere aspettato. Prandelli, però, non ha bisogno di insegnamenti.
Prandelli, secondo lei, è più Sacchi o Trapattoni?
E’ una via di mezzo. Non è ossessionato dalla tattica e in più sa lavorare bene con i giovani.
Chi è, invece, il Di Livio di questa Fiorentina?
Non Donadel, giocatore molto diverso rispetto a quelle che erano le mie caratteristiche, ma nemmeno Santana e Semioli. Felipe lo conosco poco.
Forse è l’elemento che manca?
No, c’è eccome. E’ Martin Jorgensen. E’ forse l’unico a saper spaziare dalla linea difensiva fino su in attacco. L’ho visto in quasi tutti i ruoli, è straordinario.
Montolivo, invece?
Riccardo non è una novità. E’ la faccia bella del nostro calcio. Sta maturando anno dopo anno e i suoi progressi non mi stupiscono più. Crescerà ancora e con lui tutta la squadra.
Un’ultima domanda. Deluso da questa Nazionale eliminata dagli Europei?
La sensazione è che potesse esser fatto molto di più. Il ritorno di Lippi? E’ perfetto, non vedo nessuno meglio di lui.