PSV, La Philips stacca la corrente
Nella città della luce c'è una lampadina che si sta spegnendo, ed i padroni non intendono aggiustarla. Il più famoso e solido binomio azienda-squadra che la storia del calcio ricordi pare essere giunto al capolinea. La Philips, la più grande azienda europea nel settore elettronico si è stufata del proprio giocattolo, diventato in questi anni sempre più costoso. Non perchè al PSV piaccia buttare soldi al vento, ma perchè la crecita costante della sproporzione costi-ricavi rendono il club olandese una zavorra insopportabile per chi ragiona esclusivamente in termini di mecato. L'Eredivise è un mercato piccolo, i diritti televisivi fruttano pochi milioni di euro e non sempre c'è il Robben o il Van Nisterlooy di turno a portare soldi freschi in cassa. Da quì la crisi del club che affronterà la Fiorentina nei quarti di finale della Coppa Uefa; e questo nonostante negli ultimi otto anni il PSV si sia aggiudicato sei titoli d'Olanda e tra qualche mese, salvo soprese, ne conquisterà un altro.
Dominare in Olanda alla Philips, però, non basa più, dato che ciò non vuol dire evitare di chiudere ogni anno in rosso il bilancio. La multinazionale vuole muoversi verso mercati più vantaggiosi, come la la Formula 1, l'NBA o l'NHL. Il PSV interessa ormai solo in termini di Champions League, ma dato che i risultati, a causa delle scarse risorse economiche, sono sempre più negativi, ecco che siamo davanti al classico cane che si morde la coda. La Philips mette sempre meno soldi a disposizione del club olandese e ciò fa si che, nonostante una rete di osservatori tra le migliori d'Europa, la dirigenza olandese non riesca poi ad acquistare i talenti scoperti in giro per il mondo: Robinho e Tevez gli esempi più rilevanti. Nel 2013 il club festeggerà il proprio centenario: c'è il forte rischio che lo festeggi al buio