JO-JO SULLE ORME DI ANTOGNONI E BAGGIO...
Che qualcuno glielo dica, che qualcuno lo avverta. Che qualcuno gli faccia presente il ruolo, la responsabilità che si è preso. Che qualcuno faccia capire a Jo-Jo che è lui adesso il vero capitano della Fiorentina, è lui il centro del progetto, è lui il giocatore sul quale i Della Valle hanno deciso di investire. Immagine, credibilità, futuro, tutto ruota intorno a Stevan Jovetic. E già che ci siamo, qualcuno dovrebbe raccontargli che il 15 ottobre 1972 sul campo di Verona, il Marc'Antonio Bentegodi, esordì in serie A un certo Giancarlo Antognoni, e per i corsi e ricorsi storici proprio con la stessa maglia... la numero 8. Qualcuno dirà: tempi diversi, ruoli diversi, squadre diverse, sopratutto caratteristiche (tra i due) troppo diverse. Certo, difficilmente Jo-Jo correrà e giocherà "guardando le stelle" come usava fare il fuoriclasse di Marsciano, difficilmente assurgerà al ruolo di bandiera com'è toccato al "mitico" Antonio, ancor più complicato vincere un campionato del mondo (il montenegro è una piccola nazionale) mettendo in fila Argentina, Brasile, Polonia e Germania. Però il buon Stevan ci può provare: può provare a diventare l'idolo di Firenze, un punto di riferimento per i tifosi, può provare a regalare un motivo per andare alla stadio (ecco un punto di contatto con Antognoni...lui lo faceva a cavallo degli anni 80'), può ripagare la fiducia di una società che crede ciecamente in lui, tanto da rinnovargli un contratto sontuoso. Quel 15 ottobre la Fiorentina vinse per 2-1, Antognoni fu uno dei migliori in campo (il "capitano" sostituì De Sisti squalificato, con Merlo che prese il 10 lasciando il suo 8 a Giancarlo...) e la Fiorentina di oggi avrebbe bisogno come il pane di una vittoria, di tre punti che incollassero Mihajlovic alla panchina. Per dare sicurezza, per dare continuità. Con Cerci ai box, Vargas desaparecido ed un Gilardino ancora convalescente, ci può riuscire solo Jo-Jo, giocando come sa fare lui. Anche senza guardare le stelle.
A proposito... il "Bentegodi" di Verona fu il teatro del primo gol in maglia azzurra di un altra stella del firmamento calcistico, allora con la maglia viola addosso... Roberto Baggio. Jovetic è spesso accostato al "Divin Codino": questione di riccioli, di ruolo, di proprietà tecnica. Non ce ne voglia Jo-Jo, ma Roberto è di un gradino superiore, però anche in questo caso il montenegrino ci può provare. Magari (chessò) realizzando su punizione il gol vincente. Era, infatti, il 22 aprile dell'89 e si giocava l'amichevole tra Italia ed Uruguay. Fu una serata triste perchè il pubblico di Verona contestò la nazionale, fischiò addirittura l'inno italiano. Anche la partita non fu niente di speciale, salvo quel lampo nel buio rappresentato dalla punizione di Roberto Baggio: era il 65' ed il fantasista di Caldogno disegnò una traiettoria impercettibile che si insaccò all'angolino alto della porta uruguagia. Peccato il pareggio dell'allora genoano Pato Aguilera a sette minuti dalla fine, a rovinare parzialmente la festa. Ma la prodezza di Baggio rimane, indelebile, in attesa di una pronta replica di Stevan Jovetic. E poi, sbaglio o la "zazzera" viola non ha mai segnato un gol su punizione? Hai visto mai...