VISTA IN TRASFERTA, La prima parte del 2014
A cura di Patrizia Iannicelli
Abbiamo archiviato da pochi giorni il 2014, un anno iniziato nel peggiori dei modi per l'intera tifoseria viola, con il grave infortunio del consacrato beniamino "Pepito" Rossi che associato a quello di Mario Gomez nei mesi precedenti, faceva accantonare i sogni di inizio stagione: quelli di poter conquistare e vincere qualche trofeo. I tifosi, "quelli che" sono comunque e ovunque accanto alla squadra, considerando il momento di particolare difficoltà hanno continuato instancabili il loro cammino itinerante in giro per l'Italia. La prima fuori casa dello scorso gennaio si gioca con il Torino, una delle trasferte più tranquille e sentite dalla tifoseria viola, dato lo storico gemellaggio. Ma l'orario del lunch time fa desistere molti e sugli spalti dell'Olimpico saranno solo in 800. E' anche l'ultima gara del girone d'andata e il bilancio si può considerare positivo, in quanto la squadra gigliata ha ancora la possibilità di lottare su tre fronti (terzo posto, Europa League, Coppa Italia). Il calendario propone poi due gare difficili e complicate dal punto di vista logistico: Catania e Cagliari. Quei pochi coriacei tifosi si organizzano autonomamente, con voli low cost verso la Sicilia e la Sardegna affrontando due giorni di viaggio solo per i novanta minuti di gara. Appena quarantotto ore per riprendersi e di nuovo in viaggio per la semifinale di Coppa Italia al "Friuli" di Udine, uno degli stadi peggiori d'Italia, con clima e temperatura glaciali, ma soprattutto con una pioggia incessante che mantelle ombrelli e impermeabili non sono riusciti a riparare i 330 presenti. Poi la tappa europea dei sedicesimi in Danimarca, il 20 febbraio a Esbjerg nel Water Arena. Ancora una presenza notevole della tifoseria, quasi un migliaio, che festeggiano alla fine sia il risultato (1-3) che ipoteca il passaggio di turno, ma anche il rientro per 35 minuti di Mario Gomez assente dai campi da tre mesi. Quasi un esodo, con 900 tifosi al seguito al Tardini di Parma il lunedì successivo considerando il giorno lavorativo, fino alla grande doppia sfida del marzo successivo, quella che viene segnata sul proprio calendario al sorteggio. La beffa del destino decide che gli ottavi di Europa League siano con l'acerrima nemica, la Juventus. Nel giro di quattro giorni, il 9 e il 13 marzo, si percorre l'asse Firenze-Torino andata e ritorno tra campionato e coppa. Tra le due gare la maggior parte dei tifosi decide per la seconda: nel primo round si arriva a circa 900 tifosi, ma il giovedì di Europa saranno più del doppio. Da come si è vissuta, una rivincita aspettata venti anni, si può considerare la più intensa ed emozionante trasferta dell'anno. L'adrenalina che si avverte prima della gara, la tensione palpabile negli sguardi di ognuno, l'intero settore colorato di viola. L'amarezza dello svantaggio iniziale e poi la gioia incontenibile, indescrivibile del pareggio di Gomez, dei momenti che resteranno indelebili per una serata speciale. La nostra corsa in Europa si ferma con rammarico al ritorno purtroppo, ma si riparte nel campionato con la gara contro il Napoli, diretta antagonista per il terzo posto e avversaria di finale di Coppa Italia. Non è stato semplice riprendere il cammino, il contraccolpo psicologico dell'eliminazione difficile da smaltire, il percorso per niente semplice così come l'orario. La vittoria come sempre riporta entusiasmo e fa dimenticare le amarezze, si ritorna a sognare. Dopo l'ennesima brutta battuta d'arresto in casa, gara al Marassi contro la Sampdoria, i soliti circa trecento tifosi. Poi la partita che la tifoseria viola aspettava dal 2001/2002, quella di Verona contro l'Hellas, altro storico gemellaggio. Una festa ed uno spettacolo che il migliaio di tifosi viola presenti condividono e consolidano con i tifosi veronesi. Una trasferta invece semplice per la distanza ma con una storica rivalità è il derby dell'Appennino, contro il Bologna. Più di cinquecento i tifosi, prima di arrivare alla gara dell'anno: la finale a Roma. La finale di Coppa Italia attesa in città da dodici anni, la carica dei trentamila si commenta da sola. La pagina più triste del calcio italiano per gli episodi accaduti, la tifoseria viola da elogiare, ma ancora una volta derisa e presa in giro. La nota lieta del ritorno di Pepito Rossi non acuisce la tristezza di una serata da dimenticare. L'ultima trasferta è a Livorno, che chiude una stagione vissuta intensamente tra gioie ed entusiasmi, speranze e delusioni. La prima parte del 2014 termina a fine maggio. Per quel nugolo di centinaio di tifosi sempre presenti è il momento di riprendere fiato, cinque lunghi mesi frenetici, tra alti e bassi ma certi e consapevoli che una parte della loro vita rappresenta quella passione sana e autentica di seguire la Fiorentina in trasferta.
CONTINUA...