SPIRAGLI DI FIDUCIA
Con un po' di fortuna in più, e molta più precisione da parte di Simeone anche solo negli appoggi, all'intervallo della gara con la Juve la Fiorentina non si sarebbe ritrovata sull'uno a uno. Tanto vale partire da qui nell'analisi della sconfitta di ieri, anche e soprattutto per come la squadra ha affrontato la sfida ai campioni d'Italia. Perchè non era scontato rivedere rapidità nelle ripartenze, distanze tra i reparti, palleggio e qualche chiusura tempista, e perchè nei novanta minuti di Torino si è vista di nuovo una Fiorentina in grado di rubare palla e ripartire a mille.
Detto della sfortuna che ha contraddistinto il primo tempo di Chiesa (palo e traversa gridano vendetta) e dei mancati appoggi del Cholito, sono state soprattutto le chiusure di Hancko a difettare, un enorme dazio alla chiamata da titolare. In difficoltà sin dai primi minuti con un intervento a vuoto su Ronaldo lo slovacco praticamente non si è più ripreso e anche sul gol vittoria è lui a perdere il numero 7 bianconero prima che il suo cross per Bernardeschi venisse deviato nella propria porta da Pezzella.
Non che la Fiorentina sia guarita, non sarebbe possibile, però qualcosa di buono nella gara di ieri c'è, tanto più in ottica Coppa Italia. I singoli sono parsi meno intimoriti, il contropiede più radpio, così come in mezzo Dabo e Veretout hanno offerto una buona cerniera pur senza incantare. Ripartire da una sconfitta, tanto più in vista di una semifinale da giocare in trasferta dopo un pareggio interno, non è esattamente uno scherzo, ma se i viola dovessero ripetere il primo tempo dell'Allianz Stadium anche la squadra di Gasperini può fare meno paura. E soprattutto la finale di Coppa Italia può davvero apparire qualcosa di meno irraggiungibile.