BERNA E LA 10, La storia viola da Antonio a Rui
La maglia numero 10 a Firenze ha un importanza molto rilevante, perché molto spesso è stata vestita da dei veri e propri campioni. Partendo dalla fine degli anni '70 infatti, ovvero dall'avvento di Giancarlo Antognoni sulle rive dell'Arno, rappresenta una maglia molto chiacchierata, tanto che in alcune occasioni il pubblico fiorentino non ha gradito alcune assegnazioni, ritenendo i vari calciatori non all'altezza di vestirla. Dopo il campione del mondo 1982 toccò a Roberto Baggio indossare il numero magico e successivamente fu Rui Costa il più importante a raccogliere questa pesante eredità. Il portoghese portò il 10 sulle sue spalle per molti anni, precisamente dal 1994 al 2001, e dal giorno del suo addio i suoi successori non hanno avuto la stessa fortuna, eccezion fatta per Adrian Mutu che ad oggi è l'ultimo vero grande numero 10 apprezzato da tutto il popolo viola.
Il post Rui Costa fu rappresentato da Domenico Morfeo, che non ha certo lasciato un bel ricordo a Firenze, visto anche che fu uno dei calciatori a mettere in mora la società nell'anno del fallimento. La Florentia Viola non ne aveva uno fisso, perché in Serie C2 i numeri non erano fissi, ma colui che la indossò più volte fu Andreotti, prima che Riccardo Maspero tornasse a scrivere il suo nome sulla maglia viola in Serie B. L'anno del ritorno in A fu Hidetoshi Nakata ad appropriarsi della 10, Stefano Fiore nel primo anno di Prandelli, poi Mutu e successivamente forse il periodo più buio: prima Santiago Silva e poi Ruben Olivera, con la magia che sembrava essere finita, fino ad arrivare ad Alberto Aquilani, che per caratteristiche non era però un vero e proprio 10. Adesso starà a Federico Bernardeschi raccogliere questa pesante eredità, con la speranza del tifo gigliato che il giovane italiano possa diventare una vera bandiera, al pari di Antognoni e Rui Costa, che indubbiamente restano i più amati della storia di questa importante maglia.