FINE CORSA
Si ferma a Roma il cammino dei viola in Coppa Italia. Basta un tempo alla Lazio per ipotecare la vittoria finale, e per la squadra di Pioli il secondo tempo è appena sufficiente. Qualche barlume di reazione nella ripresa si è visto, espresso in particolare da Chiesa con il tiro deviato da Strakosha, ma non abbastanza per creare le prerogative di un rinvio ai supplementari.
Al fischio finale molta delusione si è riversata anche sul tecnico e su scelte orientate a un turnover che non ha pagato. Perchè Saponara e Sanchez non sono mai apparsi in partita, e perchè anche tra i titolari qualcosa non ha funzionato. Benassi, più di altri, sembra pagare qualche segno di stanchezza, se poi là davanti Babacar si ritrova spesso solo e isolato immaginare una rimonta diventa complicato.
Si dirà, a ragione, che lo stesso Pioli non ha poi l'imbarazzo della scelta, o che chi sta giocando meno ha confermato i suoi limiti fin qui mostrati (Eysseric e Gil Dias gli emblemi del mercato che tutt'ora non funziona) eppure qualcosa s'intravede anche nella recente crescita di Hugo e Milenkovic oltre a qualche buon segnale lanciato da Dragowski. Il problema, semmai, resta la costruzione del gioco in assenza di Badelj.
Il croato resta il fulcro del gioco di questa Fiorentina e la sua assenza toglie idee a una squadra che diventa rapidamente prevedibile. Anche perchè là davanti chi dovrebbe regalare guizzi, come Chiesa, nel nuovo modulo si ritrova più lontano dalla porta. Di ritorno da Roma, a 72 ore dall'ultimo impegno dell'anno, per la Fiorentina si tratta di capire come intervenire a gennaio su una rosa che, dopo più di una conferma positiva, ieri ha confermato anche i suoi limiti.