ECCO IL SOUSA 2.0
Con la coscienza a posto, ma anche con l'idea di lavorare sugli errori e migliorarsi. Questo è il messaggio che sembra voler far passare Paulo Sousa dalla conferenza stampa. Che per la prima volta dice di non cercare la fiducia e l'approvazione degli altri -giornalisti o pubblico che siano - ma di continuare a lavorare su quelli che sono gli obiettivi della squadra. L'obiettivo ben inteso è cercare di vincere ogni gara per rendere orgogliosi i tifosi, come ha sottolineato anche stavolta, a ribadire che c'è unità di intenti e che di sicuro non fa le scelte per perdere. Certo è che Paulo Sousa per certi versi si sta quasi "rossizzando" chiudendosi a riccio come Delio Rossi che dall'Antella e dalla casa del popolo dove mangiava non metteva mai la testa fuori se non per andare allo stadio, fino all'esplosione contro Ljajic.
Non sembra ancora ai livelli di Rossi per carità ma il portoghese è sempre più distante da quello sorridente, entusiasta, chiacchierone e, diciamocelo, un po' ruffiano dello scorso anno. D'altronde è anche difficile spiegare in maniera convincente le scelte fatte prima se non arriva il risultato e tutti ti danno contro, è difficile mantenere quell'aurea di magico se non sei più primo come l'anno scorso ma galleggi fuori dalla zona Europa. Per questo Sousa si è chiuso nel suo guscio e si esprime ormai con le solite tre frasi fatte. Lavora insomma a testa bassa col suo staff e basta, secondo i suoi principi, non sempre comprensibili a tutti, sapendo che solo i risultati possono salvarlo. Fino a giugno, poi ognuno per la sua strada.