DI STRACCI IN STRACCI
Dopo gli stracci con Borja Valero, iniziano a volare anche quelli con Kalinic e Bernardeschi. Come volevasi dimostrare. Del resto che questi tre casi di mercato fossero destinati ad incendiare l'estate viola lo si era capito fin da subito. Da quando, cioè, la Fiorentina del corso Pioli ha deciso di rivoluzionare dalle fondamenta la squadra e trovare nel contempo nuovi punti fermi. Via dunque lo spagnolo (che non le ha poi mandate certo a dire al dg Corvino), via il numero 10 ("salutato" questa notte dalla Fiesole con uno striscione che sa di totale rottura) e via anche l'attaccante croato. Anzi no.
Perché se per il talento di Carrara la strada che porta in direzione Vinovo pare essere già stata tracciata (la piazza si è rassegnata ed il punto di incontro tra Viola e Juventus dovrebbe essere trovato sulla base di 40 milioni più una serie di ricchi bonus), il nodo legato a Kalinic è ancora tutto da sciogliere. Non soltanto perché si tratta del giocatore che più di tutti, rispetto a Borja e Berna, ha fatto capire a chiare lettere di volersene andare ("Considero la mia esperienza alla Fiorentina conclusa" ha tuonato dalla Croazia due settimane fa) ma perché il club che lo avrebbe richiesto, il Milan, non ha intenzione di soddisfare le richieste economiche dei viola.
L'atteggiamento di Fassone e Mirabelli, oltretutto, non induce nemmeno a pensare troppo positivo il centravanti croato: i nomi che i rossoneri stanno sondando per il proprio attacco (Aubameyang, Belotti e Morata) sono candidature di un altro pianeta rispetto a Kalinic (considerato addirittura la quarta scelta di Montella) che adesso, nelle ulteriori 48 ore di riposo che la Fiorentina gli ha concesso dal ritiro, elaborerà una nuova strategia. Che questa possa essere di riconciliazione o di definitiva rottura ancora non è dato saperlo. Gli stracci però, come detto, hanno già iniziato a volare. E non hanno per il momento intenzione di planare a terra.