CANTIERE APERTO
Eppure a leggere i numeri della gara di ieri, resta davvero molto difficile capire come la Fiorentina non sia riuscita a strappare anche solo un punto alla Roma visto all’Artemio Franchi. Possesso palla triplo rispetto ai giallorossi, occasioni molto più nitide sottoporta e una propensione a giocare a calcio nettamente più evidente rispetto alla nuova capolista del campionato. Quello che però la squadra di Sousa non aveva calcolato era il cinismo con il quale i giallorossi si sono presentati a Firenze, piazzati per larghi tratti di gioco in 10 dietro la linea del pallone, pronti a ripartire in contropiede. Una virtù questa che alla Viola del portoghese è ancora sconosciuta e che le è invece già costata nove punti nell’ultima settimana. Il tutto per una questione di dettagli, certo, ma anche di una certa freddezza davanti al portiere avversario.
Numeri alla mano infatti, la Fiorentina nelle ultime tre partite (tra campionato e Coppa) ha segnato solo tre gol (due dei quali a tempo scaduto) ma ne ha incassati la bellezza di sei, perdendo così in Serie A il primato di miglior retroguardia in assoluto. Niente a che vedere con le cifre collezionate prima della sosta, quando - prendendo in considerazione le ultime tre partite prima dello stop - la Fiorentina aveva segnato la bellezza di 11 gol (quattro con Inter e Belenenses, tre con l’Atalanta) e ne aveva subito appena uno (peraltro giocando due gare su tre lontano dall’Artemio Franchi). Certo il livello degli avversari che la formazione di Sousa ha affrontato in questa seconda parte di ottobre è nettamente diverso (Napoli e Roma lotteranno fino all’ultimo per lo scudetto, il Lech è stato un passo falso davvero inopinato) ma è altrettanto chiaro che la Fiorentina sia una squadra per tanti aspetti ancora considerabile come un cantiere aperto, una fucina dove però manca ancora qualche mestierante che poteva arrivare nel mercato estivo (ma che la proprietà si è già detta pronta a procurare a gennaio).