ROCCO IMPIETRITO, LA SUA FIORENTINA E’ IN CRISI NERA E RIVEDE I FANTASMI DEL PASSATO. MONTELLA HA UN CURRICULUM HORROR MA RESTA IN SELLA. ANSIA PER RIBERY, PERDERLO SAREBBE UN DISASTRO

01.12.2019 00:31 di  Leonardo Bardazzi   vedi letture
ROCCO IMPIETRITO, LA SUA FIORENTINA E’ IN CRISI NERA E RIVEDE I FANTASMI DEL PASSATO. MONTELLA HA UN CURRICULUM HORROR MA RESTA IN SELLA. ANSIA PER RIBERY, PERDERLO SAREBBE UN DISASTRO

L’espressione di Rocco in tribuna, tesa e quasi incredula, dopo l’ennesima sconfitta, vale più di mille parole. La Fiorentina è a pezzi, messa al tappeto da sconfitte, infortuni e una crisi di nervi che di fatto ha impedito a una squadra improvvisamente imbottita di attaccanti, di raddrizzare una partita casalinga contro una neopromossa. E’ crisi nera insomma, anche se Commisso per il momento ha spazzato via le voci su Gattuso: “Prendetevela con me, non con altri”. Il presidente insomma ha scelto di alzare il suo muro di gomma, di investire ancora sulle scelte fatte in estate nonostante i fischi sonori del Franchi che chiede la testa dell’allenatore. Niente esonero dunque, anche se i numeri dell’allenatore sono impietosi: da quando è tornato, Montella in 22 partite ha raccolto 18 punti, di cui uno nelle ultime quattro, con 3 sconfitte di fila. Un ruolino da B, che in Italia di solito vale il licenziamento senza se e senza ma. 

A dirla tutta, la Fiorentina non avrebbe meritato di perdere. Le occasioni ci sono state, Vlahovic - talentuoso, ma acerbo e ancora inadatto a reggere il peso dell’attacco da solo - si è mangiato due gol fatti e Gabriel ha preso due palle notevoli. In più, l’infortunio di Ribery, aggiunto alle assenze di Pezzella e Chiesa, ha tolto certezze, talento e leadership a una squadra già impaurita dalle ultime pessime partite giocate. Su Franck a proposito incrociamo le dita: oggi farà gli esami, ma ieri nello spogliatoio viola c’era pessimismo. Perderlo ancora sarebbe un disastro. 

Fiorentina-Lecce però ha detto anche altro. L’approccio stavolta è stato giusto, ma nel primo tempo non c’è stato un tiro in porta. Giocava solo Ribery, la squadra (tranne un paio di cross di Lirola) mancava di idee, di profondità, di uomini in grado di fare la differenza nell’uno contro uno e quindi di spezzare l’equilibrio tattico dell’ottimo Liverani. Nel secondo tempo poi la storia è perfino peggiorata, perché è vero che sullo 0-1 le occasioni ci sono state, ma è altrettanto palese che il finale è stato un disastro. Montella, dopo dieci partite senza punte, ha messo Boateng e poi perfino Pedro accanto a Vlahovic, col risultato di creare confusione e frenesia al gioco, di sbilanciare la squadra al punto di concedere al cuore viola Babacar la palla gol per chiudere la partita. Ora l’imperativo è prendere coscienza che la crisi c’è, che il rischio di venire risucchiati in classifica è grande. La Fiorentina non sa più vincere, segna pochissimo, non ha una punta killer, non ha ricambi a centrocampo e ha pure l’infermeria piena. Tenere lo spogliatoio compatto per mantenere unità d’intenti, sarà la prima sfida da vincere per togliersi dalle peste. All’orizzonte però ci sono Torino, Inter e Roma, con il caso Chiesa ancora ben lungi dall’essere risolto e Ribery con la caviglia fasciata chissà per quanto. Non tira una bella aria, ma dagli applausi di San Siro la Viola s’è svilita, al punto di perdere contro due neopromosse e venire sommersa dal suo pubblico straordinario. Ah, martedì c’è la coppa. Almeno quella speriamo di non buttarla alle ortiche.