LO STADIO, PER ORA, PUÒ ATTENDERE
A che punto è la vicenda relativa allo stadio da costruirsi nell'area Mercafir a Novoli? La corsa alle primarie del sindaco Renzi ha, se non fermato, rallentato le procedure mirate a portare a termine quello che non più tardi di di quattro mesi e mezzo fa lo stesso sindaco definì come un'operazione “che potrà cambiare gli aspetti occupazionali della città”. In piedi, davanti al piccolo pulpito col giglio della città, il plastico dell'area di Novoli con lo stadio bene in mostra, foto e diapositive pronte a suggestionare i presenti, Renzi non esitò a annunciare, con orgoglio, che il progetto di riqualificazione dell'area Mercafir e il nuovo stadio avrebbero portato a firenze 1200 nuovi posti di lavoro. Ma le vicende politiche del paese e la legittima ambizione del primo cittadino di Firenze di divenire candidato premier del centrosinistra hanno spostato la questione, se non a data da destinarsi, perlomeno al termine delle primarie, se Renzi dovesse perdere, chissà a quando se invece dovesse vincere. Era il 28 maggio quando il sindaco annunciò che “la procedura è pronta a partire. Qualunque privato si dimostri interessato potrà manifestarsi da subito, al massimo entro la fine dell'estate (il 21 settembre?), altrimenti il comune percorrerà la strada del bando pubblico, per rispettare le regole, a cui tutti noi teniamo” aveva chiosato Renzi. Inevitabile tradurre tutta quella conferenza con un appello ai Della Valle che, entrati in possesso delle carte, si sono messi a studiarle, passando dallo scetticismo iniziale (ricorderete le dichiarazioni del presidente Cognigni che lasciavano in quei giorni poco spazio al dibattitto) al cauto ottimismo fino, addirittura, all'ottimismo ostentato dall'amministratore delegato Mencucci appena qualche giorno fa. Ma la proprietà tace, o rimanda. Diego ha, e lo vediamo ogni giorno, altro a cui pensare mentre Andrea ogni volta che entra sul tema lo fa per dire che in questo momento non è il momento. L'ultimo appuntamento, stando al patron viola, sarebbe fissato per la vigilia di Natale. Ma Renzi fu esplicito, quel 28 maggio, “entro fine anno si saprà se sarà stadio sì o stadio no”. E poi ci sarebbe la questione, non irrisoria, del bando pubblico che, salvo pericolosi equilibrismi ai confini della legalità, credo a questo punto andrà fatto. Ma di questo non si parla più, rincorrendo le flebili esternazioni degli uomini in viola e aspettando che Renzi sappia se sarà ancora sindaco di Firenze o qualcos'altro. Insomma, una vicenda che ci terrà impegnati ancora per molto tempo, temo, e dispiace far notare che, se davvero come sembra quest'operazione dovrà cambiare il volto di Firenze, portando 1200 nuovi occupati stabili (immagimo il sindaco intendesse questo), 18mila metri quadri di commerciale, 4200 metri quadri di turistico alberghiero forse meriterebbe una priorità un po' maggiore rispetto a quella che le parti in causa, evidentemente e oggettivamente piene di impegni, gli stanno dando. Quindi, per concludere, direi. Sacrosanto scandalizzarci per le offese a Firenze di Marchionne ma, forse, da fiorentini, sarebbe giusto anche pretendere attenzioni maggiori per la nostra città.
Leonardo Petri