MILAN, Via alla rifondazione

Editoriale di TMW scritto oggi da Gianfranco De Laurentiis, tra i volti più conosciuti di Rai Sport, dove ha condotto: "Domenica Sportiva", "Dribbling", "Stadio Sprint", "Europei 2000". E' entrato in Rai nel 1972 dopo una breve esperienza presso "Il
03.04.2008 10:02 di  Redazione FV   vedi letture

Il Milan perde in casa contro l’Atalanta, la Champions è sempre più lontana, ma tutto resta come prima.
La mia risposta è no. Ancelotti, ovviamente, dipende molto dalla società, è un po’ un figlio di famiglia, come si suol dire. In ogni caso, se davvero l’aggancio al quarto posto dovesse fallire, il cambio di guida tecnica sarebbe inevitabile, al di là di simpatie, affetti e smentite di facciata. La rivoluzione, tuttavia, se tale sarà, non si dovrà fermare soltanto alla panchina. Un restyling profondo è necessario anche in tutta la squadra. Il guaio sarà che il Milan si troverà costretto ad affrontare tutti insieme i problemi che per troppi anni sono stati rimandati e che si sono invece palesati nello stesso momento.
Detto questo, non so nemmeno chi possa essere, in realtà, l’uomo adatto alla sostituzione di Ancelotti, uno che possa avere il suo stesso “spirito aziendale”. Lippi è una candidatura credibile, ma proprio quest’ultima considerazione, conoscendo la personalità di Marcello, mi lascia abbastanza diffidente a questo tipo di ipotesi.
Passiamo a Flamini, per il quale sembra essersi acceso un duello tra Juventus e Milan. Prima sembrava a un passo dai bianconeri, poi pareva che la Juve si fosse tirata indietro e fosse subentrato il Milan ed infine di nuovo il ritorno dei torinesi. Il giocatore vale, è integro fisicamente, ottimo tecnicamente e formidabile tatticamente, sarebbe senza dubbio un grande affare per chiunque riuscisse a concluderlo.

Al Milan, per esempio, servirebbe come il pane: Ambrosini, Pirlo e Gattuso necessiterebbero di un ricambio di qualità, che permetta alla squadra di farli rifiatare senza perdere nulla in termini di efficacia, anche se sarà poi necessario valutare quelle che potranno essere le scelte tattiche di chi se ne dovrà occupare.
Alla Juventus, potrebbe altresì essere utile se si dovesse perseguire la scelta di un centrocampo che non preveda un regista di ruolo, un reparto che andrebbe a ricalcare la squadra di Capello, nella più classica delle tradizioni bianconere: Flamini-Sissoko-C. Zanetti più un esterno come Camoranesi. D’altra parte molto spesso nella sua storia la Juventus si è affidata a questo tipo di scelta, a parte la parentesi Zidane, un playmaker in mezzo al campo manca dai tempi dell’immenso Platini. Lo stesso Lippi in quel ruolo preferiva schierarsi con un uomo d’ordine come Paulo Sousa, eppure i risultati non sono affatto mancati, anzi…
Chiudo con la Roma. I giallorossi, semplicemente, hanno affrontato una squadra molto più forte di loro, e di conseguenza hanno perso. Il Manchester ha dimostrato un’organizzazione tattica mostruosa, hanno giocato all’italiana come solo il Liverpool pensavamo fosse in grado di fare. Con una mossa azzeccatissima, Ferguson ha bloccato i triangoli bassi che sono la forza della Roma con linee di 4 e 5 uomini vicinissime tra loro. Decisiva è stata la capacità di alcuni giocatori, spesso anche sottovalutati a dispetto del loro immenso valore: penso a Rooney che si è dimostrato un giocatore universale, oltre ovviamente a Cristiano Ronaldo: un marziano. Indubbiamente il miglior giocatore del mondo, capace di unire giocate sopraffine a umilissimi sacrifici tattici, davvero impressionante. Gli episodi, poi, hanno fatto il resto, l’errore di Panucci, un grande Van der Sar… Ci stava l’1-1 si dice, ma non bisogna dimenticare che si è andati molto più vicini ad uno 0-4…