MARANI, Senza una C forte non c'è futuro per l’Italia

15.01.2024 22:20 di  Redazione FV  Twitter:    vedi letture
Fonte: Dai nostri inviati Luciana Magistrato e Ludovico Mauro
MARANI, Senza una C forte non c'è futuro per l’Italia
FirenzeViola.it

l presidente della Lega Pro Matteo Marani nel corso del Premio Maestrelli si è soffermato sulla crescita di spettatori in Serie C: “Sono numeri straordinari, c’è un campionato in Italia che ha i numeri in crescita sia sugli stadi sia davanti alla televisione. Il cambio di marcia è dovuto alla grande visibilità che il campionato ha acquisito grazie a Sky. Poi ci sono grandi piazze, grande passione, e la gente si sta ritrovando a seguire le proprie squadre. Questi numeri sono anche un grande messaggio che dimostra come la Serie C sia importante, fondamentale, sia il calcio della gente, del paese di sessanta città e altrettanti territori”.

Spazio poi al tema caldo delle riforme: “In generale le riforme devono disegnare il calcio dei prossimi anni, bisogna capire che calcio sarà. Ovviamente deve essere sostenibile, lo diciamo un po' tutti, ma si ottiene con un principio saldo e indiscutibile ovvero che chi ha di più dia a chi ha di meno altrimenti non può esserci sostenibilità. Ricordo che in altri paesi, come l’Inghilterra, la parte che dalle serie superiori viene rilasciata a quelle inferiori è molto più alta che qui in Italia. Il calcio è uno ed unico, non c’è un calcio da una parte e uno dall’altra. Non penso ci possa essere futuro per il nostro movimento se non c’è una Serie C forte e importante, perché è il serbatoio del nostro calcio. Chi parla di numeri, di elementi algebrici ci porta lontano dal focus su cui dobbiamo concentrarci. Faccio un esempio, a inizio anni 2000 la Germania visse un momento di difficoltà e fu la Bundesliga a farsi carico del rilancio e della ripartenza di tutto il movimento. Bisogna ragionare d’insieme, viaggiare insieme perché nessuno si salva da solo”.

Marani poi allontana la discussione dalla possibile abolizione del diritto di veto: "Io non chiedo nulla al presidente federale. Da qui all’undici marzo ci sono due mesi in cui confrontarsi e parlare, questo è uno passo dopo un percorso che si sta avviando e in cui tutte le componenti sono state coinvolte. Come Lega Pro ci sediamo al tavolo nella massima collaborazione, ascolteremo l’idea di riforma. Siamo costruttivi e propositivi e mi auguro che la nostra storia e il nostro essere stati laboratorio, possa tornare utile in questa congiuntura storica".

Infine un pensiero sulle seconde squadre: “Mi rende contento vedere i giovani della Juve esordire in prima squadra, così come deve rendere contenti tutti. Ogni ingresso di una seconda squadra priva la Lega Pro di un’altra squadra e i nostri club non hanno agito con egoismo, ma hanno aperto a questa possibilità pensando di sistema per dare un futuro al nostro calcio. Non credo che siano l’unica soluzione, ma una delle varie soluzioni, per la crescita dei giovani italiani insieme alla formazione, all’impiego sempre maggiore in campo. E su questo voglio fare i complimenti al mio vice Zola e ai miei club perché i numeri in crescita il merito è di tutti e sessanta i club che mi seguono”.