VISTA IN TRASFERTA, Un primo round amaro
A cura di Patrizia Iannicelli
Dopo la sconfitta inaspettata in casa contro la Lazio, tra la tifoseria viola fervono i preparativi per le tre sfide (tra campionato e ottavi di Europa League) contro l'acerrima nemica di sempre la Juventus. Per la prima di campionato a Torino, la mobilitazione non è capillare, in tanti tra le due gare decidono di essere allo Juventus Stadium nella partita del giovedì successivo. Ma i soliti irriducibili affrontando tante difficoltà, sia economiche (il tagliando costa 40 euro) che fisiche, visto l'orario anomalo delle 12.30, per essere ancora una volta al fianco della squadra viola. I sedici pullman delle due associazioni del tifo, si ritrovano alle cinque del mattino nelle diverse zone della città, nel buio più totale, pochi coloro che decidono di spostarsi con mezzi propri. Sugli spalti il numero totale dei presenti sarà di circa 900 supporter al seguito.
Come da rituale prima di entrare in città siamo bloccati alla barriera per i controlli delle forze dell'ordine che ci scorteranno all'interno del settore ospiti. I controlli degli steward sono da esasperazione ed esagerati: vengono sequestrati oggetti personali dalle borse innocui e inoffensivi, fino a rivoltare le sciarpe, qualcosa di vergognoso. Intorno alle 11.30, finalmente siamo a posizionarci nella parte inferiore dello stadio, in tempo per incitare già nelle fasi di riscaldamento, prima i portieri e subito dopo tutta la squadra, sotto il nostro settore. La formazione è scontata, nessun commento alle scelte del mister Montella, che ogni domenica deve ridisegnare la squadra tra squalifiche e infortuni.
Nel primo tempo siamo sottoposti a continue incursioni sotto la nostra porta, opposta al nostro settore, si soffre e si sobbalza, ma sembra si possano chiudere tutti gli spazi alla Juve. Siamo quasi alla fine del primo tempo, gli occhi si soffermano sul display dei minuti, quasi a rimarcare il tempo che non passa, e proprio in questi istanti finali un numero del ghanese Asamoah, con una deviazione di Pizarro, porta la Juve in vantaggio e l'intero stadio ad esultare e a far sentire i primi cori. Nell'intervallo siamo esausti, anche da un sole cocente e da una prestazione non al meglio. Purtroppo ancora indietro il nostro bomber Gomez, ancora incerto il centrocampo, la difesa non convince, ma tutto ancora è aperto e la nostra speranza è che si possa portare un risultato positivo.
Nel secondo tempo per gioco forza, notiamo una Fiorentina propositiva, si riesce anche a segnare con Diakitè, stiamo ancora esultando quando vediamo annullarci il goal, che ci diranno per millimetrico fuorigioco (no comment). La Fiorentina è più attenta in difesa, incisiva in attacco ma non si riesce a concretizzare. Siamo scoraggiati e avviliti, ma i cambi di Anderson con Mati Fernandez, di Pizarro (sottotono, così come Cuadrado) con Wolski e di Gomez con Matos, sembrano dare nuova linfa e vigore a tutta la squadra. Ci provano prima Vargas, fuori dalla traversa, ma l'occasione più netta avviene al 31° quando Vargas entra in area serve Wolski che di testa passa la palla a Matos che colpisce la traversa.
Ancora una volta la sfortuna ci nega un pareggio che avremo meritato, visto le azioni in campo. Termina la gara con i bianconeri che festeggiano e ci sbeffeggiano, noi impotenti costretti ad aspettare all'interno dello stadio più di un'ora prima di riprendere il nostro cammino verso casa. Gli episodi sfavorevoli ci condannano ancora una volta, la sfortuna sembra non volerci lasciare, fermo restando delle lacune e della stanchezza fisica che sta attraversando la squadra viola. Distrutti nella mente e nel fisico, siamo già proiettati a giovedì nel l'andata degli ottavi della Coppa Uefa, tra poche ore ci rimetteremo in cammino verso Torino, la rivincita è imminente e ci auguriamo con un diverso risultato. Il primo round di questo trittico ai punti sarebbe stato pari, ma penalizzati ancora una volta torniamo sconfitti con l'amaro in bocca e la tristezza nel cuore...