VISTA DALLA CURVA, TRA PARRUCCHE E CALCI IN CULO

La partita vista dalla Fiesole
18.03.2012 00:45 di  Vedo Viola   vedi letture
VISTA DALLA CURVA, TRA PARRUCCHE E CALCI IN CULO
© foto di Firenze Viola

Che cosa dire dopo quanto è successo? Un incubo, ditemi che è stato solo un incubo. Aspettavo questa partita da tempo, con la segreta speranza di ricevere finalmente una gioia da questa squadra, però anche il timore che potesse finire male. Ma mai e poi mai avrei potuto lontanamente immaginare di dover assistere ad un'umiliazione come questa. Con largo anticipo mi ero procurato la parrucca d'ordinanza per salutare il diversamente capelluto allenatore avversario, che mi hanno fatto togliere ai cancelli non s'è capito bene perchè. Che ci potevo mai nascondere sotto? Mah. Entro caricato a mille, nonostante manchi oltre un'ora all'inizio. Il colpo d'occhio stavolta è quello della Fiesole di un tempo, e anche la carica che ognuno di noi è pronto a dare alla squadra. Di parrucche speravo ce ne fossero di più, perchè l'iniziativa era veramente azzeccata. Però ce ne sono alcune davvero notevoli, compresa la mia. All'ingresso in campo dei gobbi ci sono fischi assordanti, seguiti da un "chi non salta è bianconero" molto ben riuscito, con la collaborazione di tutto lo stadio. La voglia del pubblico di fare la sua parte è evidente, e sono sprazzi di "vecchia Fiesole" che provocano emozioni forti. Per l'occasione torniamo a presentare una coreografia, come tradizione nelle sfide contro lei. Bella, ben riuscita. D'altra parte è facile con un colore come il nostro. Il campionario di cori contro lei viene rispolverato con gioia, a parte uno che a me, come a tanti altri, non piace. Conte si prende delle belle infamate, e chissà come se la starà ridendo adesso. Il tempo dell'Inno, con il labaro viola finalmente tornato a sventolare sulla torre di Maratona, e si comincia.
I primi minuti sono di studio, ma noi pensiamo a cantare con tutto il fiato in gola, come non si faceva da anni. I cali di pressione non si contano, perchè manca l'allenamento e l'età avanza. Loro dopo cinque minuti pigliano un palo, ma l'avvertimento non viene recepito dai nostri "eroi". Passano 10 minuti e si prende gol, che è una bella mazzata. Ma è passato solo un quarto d'ora, tutto può succedere. Poco dopo però, accade l'impensabile.
Ci pensa Cerci a decidere la partita, quando mancano ancora oltre settanta minuti da giocare. Io ero girato ad ammirare una Curva finalmente bella come un tempo e sento dire: "Vai, espulso Cerci". Mi giro e vedo lo stolto che si avvia a testa bassa verso gli spogliatoi, accompagnato dai fischi. Cerco di capire cosa abbia combinato questa volta, ma nessuno nei dintorni sembra essersene accorto. La partita praticamente finisce qui, e ne sono pienamente consapevole. Non sono mai andato via in tutti questi anni prima degli ultimi cinque minuti di gara, e così conto di fare anche stasera. Ma so cosa mi aspetta, o almeno credo di saperlo, visto quello che succederà. Il secondo gol arriva poco dopo, a quel punto accompagnato dalla paura che la sconfitta si trasformi in goleada.

Nell'intervallo sono in depressione, sapendo di dover assistere a un qualcosa che non mi piacerà di sicuro. Girano voci incontrollate sul motivo dell'espulsione, un calcio nel sedere a Caceres. Lo so io a chi andrebbero dati.
I primi minuti della ripresa sembrano far intravedere una minima reazione, ma è meno che un fuoco di paglia. Ben più reale è il 3-0 che si materializza poco dopo. Io inizierei anche a tirare due pedate, giusto per cercare di far capire che non è il caso di infierire, invece niente di tutto questo dai nostri bravi e corretti smidollati. Parte un "Della Valle fuori dalle p...e" che non lascia dubbi su quale sia l'umore della Curva. A quel punto inizio veramente a vacillare, e molti iniziano a radunarsi sotto la Curva con l'intenzione di andare a farsi sentire in tribuna. Intanto arriva anche il quarto gol, ma il campo ormai non lo guarda più nessuno, e a quel punto il cuore della Curva è già desolatamente deserto. Anche noi abbandoniamo i nostri posti, e mentre ci raduniamo con il resto dei tifosi si becca anche il quinto. Incredibile. Pazzesco. VERGOGNOSO. In venticinque anni di militanza in Fiesole mai avevo assistito a un'umiliazione del genere. Per di più ad opera di lei, la nemica, i ladro-dopati. Ho retto anche troppo, me ne vado. Mi piazzo sotto la tribuna insieme a tanti altri, incazzati, delusi, increduli. Ma per coronare una serata così ci mancherebbe solo il Daspo. Sinceramente da daspare sarebbe tutta la dirigenza, o quello che ne rimane. Le scuse, che mi auguro arrivino quanto prima, non basteranno. E' una serata che resterà tristemente storica purtroppo. Una macchia vergognosa, difficile da digerire, impossibile da perdonare. Ora è davvero finita la festa cari miei, visto che magari qualcuno dei nostri "eroi" passerà la serata in qualche localino. Giusto per non rovinarsi il sabato sera. Il problema è che l'avete rovinato a Firenze, e spero tanto che chi vi incontrerà a giro da oggi in poi vi faccia capire che, come dire, così non va. Ora la sera si sta a casa, tutti, fino a salvezza raggiunta. Dopodichè tabula rasa. Adesso basta, vorrei dimenticare il prima possibile quello che ho provato durante questo strazio, ma so che non ci riuscirò. Meritiamo di più. Molto di più.