VERSO ROMA, Sognando un altro poker face
Toh, tra due giorni si gioca. Perché si parla di CDA, Cittadella e Consiglio Comunale: giusto, legittimo, dovuto. Chissà che ne pensa Prandelli: tutti a disquisire su dove sarà, se sarà, il parco giochi firmato Della Valle, mentre tra quarantotto ore la sua Fiorentina sfiderà la Roma in uno stadio tabù. Il leit motive della gara sarà uno solo: voglia di rivincita. Perché se l'Europa è stato uno schiaffo con segno rosso sul volto della Fiorentina, la Roma di sberle ne ha prese due, dal ben più modesto Basilea. "Abbiamo qualità ma non c'è entusiasmo" fa David Pizarro. Ma come? Non era tornata in pompa magna, la Grande Roma, fresca di un allenatore cuore giallorosso, dopo la rinascita in terra ghibellina? Euforie, sbalzi d'umore. Tutto il mondo è paese.
Il "Poker Face" della scorsa stagione è forse un miraggio. Impresa storica, epica. Quattro scoppole e tutti a casa. Roba da raccontare ai nipotini. Le frecce degli arcieri viola, però, sono di nuovo pronte, davanti soprattutto. Attenti a quei quattro: Vargas, Santana, Mutu, Gilardino. Che messi in fila, chi Loco, chi Chitarrista, chi Fenomeno, chi Violinista, sono un ottimo inframezzo tra un gruppo rock londinese ed un film di Quentin Tarantino. Sarà questo, con Marchionni e Jovetic frecce di riserva, ad oggi indietro nelle gerarchie del primo minuto Prandelliane, il quartetto che cercherà di sfondare la muraglia Juan-Mexes.
Quella muraglia che ha illuso contro il Siena e deluso contro il Basilea. E che la Fiorentina si sente pronta a sfondare, a suon di pallonate. L'Olimpico è sempre stato uno stadio tosto per Cesare Prandelli, numeri all'archivio. E mentre Firenze si interroga sul futuro della Fiorentina, cda, presidenze e compagnia interrogante, i viola hanno quarantottore prima di un fischio d'inizio da brividi. Roma-Fiorentina, sognando un altro "Poker Face".