SOUSA-STAFF-DG A CACCIA DEI GOL PERDUTI
La partita con l'Atalanta segna una svolta importante, purtroppo non in classifica come invece ci si attendeva. Riguarda invece il rapporto tifosi-squadra che finora, nelle contestazioni o nei cori, era stata risparmiata grazie al sogno che i viola avevano fatto cullare nella prima parte di stagione e all'empatia creata da Paulo Sousa al suo arrivo. Certo qualche fischio c'era stato anche la scorsa stagione ma diciamo che, con una situazione di classifica diversa "tutto era giustificato", come ha sottolineato ieri Astori.
Alla fine della gara con l'Atalanta, a qualche fischio si è accompagnato anche il coro "fuori le p..." al momento dell'uscita della squadra dal Franchi, sottolineando la delusione a caldo per un pareggio con una squadra sulla carta ben più debole e che doveva segnare l'inizio di un ciclo positivo, denso ma abbordabile. Allenatore e giocatori in mix zone hanno giustificato i fischi perché consapevoli che bisogna fare di più. D'altronde la vittoria manca da quattro partite, anche se in società, parlando all'esterno, si cerca di guardare il bicchiere mezzo pieno sottolineando come la difesa continui a tenere (seconda migliore del campionato e record in casa) e che le sconfitte in fondo sono solo due (tutte rimediate in casa delle torinesi).
Ma all'interno del centro sportivo si cercano i motivi per tornare a vincere (dato attuale in controtendenza con le esperienze precedenti di Sousa, sempre partito a spron battuto) ma soprattutto a segnare, vero tallone d'Achille di questa Fiorentina. E' su questa mancanza di equilibrio che si sono soffermati i discorsi dell'allenatore con i suoi collaboratori e con Corvino questa mattina e a pranzo. Nulla di diverso nelle abitudini del tecnico, in realtà, che è arrivato al centro sportivo verso le undici e mezzo (l'allenamento inizia in questi minuti) e si è soffermato soprattutto su questo tema, ossia su come trovare la via di mezzo tra una buona fase difensiva e una buona fase di attacco che permetta di mandare più uomini al tiro e con più facilità, con una manovra soprattutto più fluida, visto che il solo Kalinic ora non è più il re mida di prima (forse il problema è anche e soprattutto lui e il suo troppo lavoro per la squadra che lo fa essere poco lucido sottoporta) e Babacar quando parte titolare non riesce ad essere sempre incisivo.
Il tempo per ragionarci è poco perché da ieri è iniziato il tour de force con una partita ogni quattro giorni e lunghi viaggi da affrontare. Basti pensare che mercoledì la squadra parte per Liberec e torna solo venerdì per poi partire di nuovo, il giorno dopo, per Cagliari. Sousa può solo "provare" a cambiare più che lavorare su quello in realtà. La sua dunque è una corsa contro il tempo dalla quale però non si può prescindere perché la difficoltà a segnare poi condiziona anche l'aspetto mentale dei giocatori. Insomma gli attributi dei giocatori servono eccome (laddove non arriva la gamba può arrivare la testa e soprattutto il cuore appunto) ma la soluzione ad un attacco sterile deve trovarla per forza Sousa, aiutando chi deve segnare.