SE IL BUONGIORNO SI VEDE DAL MATTINO..
Adrian Mutu che si trasferisce al Cesena e il futuro di Gaetano D'Agostino affidato alle buste. Queste le prime operazioni ufficiali di un certo rilievo per quanto riguarda il mercato della Fiorentina. Operazioni in parte prevedibili, perfettamente in linea con la politica annunciata dalla società e che non fanno quindi certo gridare allo scandalo. Ma che meritano in ogni caso una riflessione.
Con la partenza di Mutu la Fiorentina si libera di uno dei suoi contratti più pesanti e compie un importante passo avanti verso quell'abbassamento di 8-10 milioni del proprio monte ingaggi ritenuto indispensabile dal club viola. Certo che se fosse vera la voce per cui il Romeno poteva rientrare in uno scambio con Antonio Cassano, qualche rimpianto sarebbe inevitabile..E viene da chiedersi se non si sia agito con un po' troppa impulsività. Resterebbe da capire, in ogni caso, da parte di chi.
Per D'Agostino si prospettano tre soluzioni: la prima, che al momento pare la più quotata, prevede il ritorno ad Udine del centrocampista siciliano. In questo caso la Fiorentina si libererebbe di un altro ingaggio importante oltre a non dover versare alcunché ai bianconeri, anzi, recuperando, seppur in misura non certo elevata, parte di quanto investito un anno fa sul giocatore; un investimento che resterebbe comunque eccessivo per un giocatore che chiuderebbe la propria esperienza fiorentina con un numero di presenze davvero esiguo. Le seconde due ipotesi sono legate alla possibilità che alle buste la Fiorentina la spunti sui Friulani. In questo caso la società gigliata si troverebbe in rosa un giocatore pagato meno di quanro messo in preventivo dodici mesi fa ma che non pare convincere più di tanto Sinisa Mihajlovic. Cederlo realizzando una pur minima plusvalenza sarebbe a quel punto la soluzione più logica, ma non per questo la più semplice. Tentare un rilancio del giocatore, come accaduto nel caso di Martin Jorgensen, sarebbe, a nostro avviso, un'ipotesi da non scartare, ma non va dimenticato come la permanenza a sorpresa del Danese -e la sua successiva consacrazione in maglia viola- sia coincisa con l'approdo di Cesare Prandelli sulla panchina viola, mentre ad oggi la prospettiva di un cambio di allenatore è ormai svanita.
Lo abbiamo detto e lo ripetiamo: si tratta di due operazioni che rientrano perfettamente nella politica che la Fiorentina ha deciso di inaugurare, ma che forse andavano preparate con maggior attenzione. Abbiamo a più riprese sottolineato come la società viola dovesse accelerare le proprie mosse sul mercato. Ma questo non significa giocoforza fare le cose di fretta. Essere tempestivi ed essere frettolosi non è esattamente la stessa cosa. E la fretta, nel mercato, come nella vita in generale, è spesso cattiva consigliera.