PRANDELLI, Fiorentina? Squadra molto forte...
Prandelli, a Coverciano con la nazionale, parla anche della Fiorentina come una delle squadre più interessanti del campionato: “Ci sono molte squadre che stanno facendo bene. Tra queste la Fiorentina, che ha mantenuto i tre grandi giocatori che erano stati messi sul mercato, è una delle Fiorentine migliori degli ultimi anni. Poi c'è il Napoli, che mi ricorda la mia Fiorentina. Ora stanno acquisendo anche continuità di risultati, gli faccio i complimenti".
Poi il discorso si sposta sugli esterni e la possibilità di convocare Schelotto e Cerci. Prandelli non fa mai il nome dell'esterno viola, ma esprime un concetto chiaro sull'eventuale convocazione di Cerci: "Ci aspettano due partite ufficiali ed ho convocato i migliori, senza fare esperimenti. Sto attento al campionato, e vedrò se e come prendere in considerazione quest'aspetto. Non bastano due-tre partite per convincermi a cambiare modulo. Dobbiamo essere bravi, al momento delle convocazioni, a capire se possiamo inserire qualcuno e che sia in grado di far parte del nostro gruppo. Vediamo in futuro... Il centrocampo, però, che ho messo in campo nelle ultime partite è quello che mi fa più garanzie. Con gli esterni devi giocare in modo completamente diverso, devi trovare elementi che si buttano dentro e danno una mano in fase offensiva. Schelotto e Cerci stanno facendo bene, ma, ripeto, sono ancora poche partite". Prandelli, quindi, non chiude la porta ad Alessio Cerci. Probabilmente se ne riparlerà nel mese di novembre quando sono in programma due amichevoli con Uruguay e Polonia.
Sull'importanza delle partite con Serbia e Irlanda: "Queste partite ci possono dare tanto, dobbiamo affrontarle col massimo impegno. Ci possono dare conferme o mettere dei dubbi. In ogni caso fondamentali. Non abbiamo niente da chiedere dal punto di vista del risultato, ma tanto dal punto di vista dell'atteggiamento e della mentalità”.
Su Osvaldo (il giallorosso ha passaporto italiano e potrebbe essere convocato): "Al tempo della Fiorentina avevo dei giocatori molto giovani: Pazzini, Jovetic, Osvaldo, non potevo farli giocare tutti. Ora è cresciuto, è un attaccante moderno, sa che deve fare la fase difensiva e l'esperienza in Spagna gli è servito proprio a questo. Tornato in Italia è un giocatore più maturo".