PASQUAL, FIRENZE UNA RAGIONE DI VITA, FAVOREVOLE A ZEMAN

14.05.2012 21:35 di  Redazione FV   vedi letture
PASQUAL, FIRENZE UNA RAGIONE DI VITA, FAVOREVOLE A ZEMAN
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca

Queste le parole di Manuel Pasqual intervenuto questa sera alla trasmissione '30° minuto' in onda su ToscanaTV: ''E' stata un'annata molto difficile, anche se quest'anno abbiamo toccato il fondo. La speranza però è quella di riportare in alto la Fiorentina. Il rinnovo? C'era la volontà sia da parte mia che da parte della società di continuare il rapporto: per me la Fiorentina è una scelta di vita ormai. Elencare tutti i fattori di questa annata brutta è dura: eravamo partiti con la speranza di rientrare in Europa. C'è stato però una somma di eventi che ci ha portato a salvarci alla penultima giornata. Sicuramente la prestazione con la Juve rimarrà nella storia come il punto più basso: certamente la Fiorentina che nascerà sarà un gruppo combattivo che darà tutto fino all'ultimo. Io non più in Nazionale? E' stata colpa solo mia perché ho fatto una stagione brutta credendo di essere ormai ad alto livello; e ho pagato caro questo mio pensiero. In questa stagione ho sempre creduto di poter arrivare a fare il salto di qualità: ho avuto paura perché noi siamo crollati ed il Lecce ha iniziato una corsa inarrestabile. Nello spogliatoio però c'è sempre stato ottimismo sulla salvezza: sapevamo che a Lecce non potevamo perdere. Il cambio Sinisa-Rossi? Delio ci ha rispiegato tutti i concetti principale, mentre con Mihajlovic avevamo altri ritmi. Con Rossi avevamo un modello simile a quello che c'era con Prandelli. La batosta con la Juve ci ha fatto crescere: sapevamo cosa significasse per la piazza e per la proprietà prendere 5 gol dalla Juve; quella sera ho visto Andrea Della Valle distrutto. Siamo cresciuti da quella sera e ne siamo usciti bene. Ringrazio Montolivo perché nonostante la stagione in scadenza si è sempre comportato al meglio; mi è dispiaciuto che se ne sia andato e personalmente gli avrei dato di nuovo la fascia del capitano. Non ho condiviso la scelta della società di non dargliela in estate. Gli episodi fuori campo? E' sempre successo a tutti di fare qualche cavolata: anche negli altri anni avvenivano ma i risultati positivi hanno sempre mascherato tutto e le notizie di questo argomento non uscivano neppure. Non mi sento di giudicare la posizione di Montolivo; qualcosa tra lui e la società si è spezzato ad inizio anno. Di certo la società avrebbe dovuto fare un passo avanti verso di lui ancor più grande. Un grazie andrebbe detto anche a Marchionni o a Natali, di cui però non si è mai parlato. A Lecce ci siamo presentati in codizioni disastrate, con numerosi giocatori a mezzo servizio e Marchionni schierato davanti alla difesa.

Non è stato facile uscire dalla posizione in cui eravamo. Abbiamo sempre dato tutto, anche se la gente dice il contrario. La rissa Rossi-Ljajic? Sicuramente quando Rossi ha reagito in quel modo non era sereno: è stato un gesto brutto così come tutto quello che ci è stato ricamato sopra. Anche Ljajic però ha sbagliato. Zeman? Non l'ho mai avuto ma se il tanto lavoro porta buoni risultati ben venga: l'unica cosa è che i due centrali soffiranno tanti. Il miglior allenatore che ho avuto? Prandelli, sicuramente: lui ha sempre creduto in me. Non sono stati piacevoli i cori della curva ieri pomeriggio, sia nei nostri confronti che verso la proprietà. Io in curva a vedere una partita? Quando posso vado con mio figlio in zone più tranquille. Gilardino? Non mi aspettato che se ne sarebbe andato a gennaio. Soprattutto credevo che la proprietà avrebbe dato di lì a poco l'annuncio del sostituto, mentre invece è passato molto tempo. Un attaccante vive per i gol e ultimamente non si ritorvava. El Tanque? E' arrivato col clamore della gente e anche se non ha mai fatto gol dava sempre tutto in campo; mi ha fatto piacere perché rientrava sempre e ci ha aiutato spessissimo. Il calcio argentino è troppo diverso. Il giocatore più scomodo da marcare? Camoranesi, ma il più difficile rimane Ibra: ha sempre fame di gol. Il mio idolo è sempre stato Maldini. I giovani più interessanti della Primavera? Panatti, Agyei e Acosty. In Nastasic rivedo molto Vidic: è cattivo al punto giusto e se mantiene la testa sulle spalle potrà diventare un grandissimo giocatore. Felipe? Non lo abbiamo mai perso: ha delle qualità importanti che sono esaltate soprattutto con la difesa a tre. Nella prossima stagione si può ripartire benissimo su di lui. Cerci? E' un grande e potrà dare il meglio di sé giocando da esterno; ha delle grandi qualità che però devono essere utilizzate in un certo ruolo''.