NUOVO STADIO, Addio sogni di gloria?
Sembrò un'illuminazione celestiale, in un primo momento. Diego Della Valle che snocciolava passo dopo passo il progetto per la Cittadella Viola sembrava davvero il narratore di un film fantastico dal lieto fine assicurato. I tifosi soddisfatti per uno stadio dove poter comodamente vivere l'intera giornata calcistica, lo staff tecnico entuasiasta per l'opportunità di poter finalmente lavorare in un centro sportivo vicino al campo principale, e la famiglia Della Valle pronta a reinserire gli introiti del progetto in una nuova, sempre più forte, Fiorentina. Del resto, proprio alla base di quell'idea, c'era la certezza che si potesse colmare determinati "gap" proprio grazie a queste entrate vista la cieca suddivisione dei diritti televisivi che regna nella penisola.
Va da sè che, anche sulle ali dell'entusiasmo immediato e proiettato alle future elezioni primarie cittadine, le risposte siano state sul momento a dir poco eccitate. Fiumi di parole per rassicurare tutti, per confermare a tutti che stavolta no, questa occasione non sarebbe andata sprecata. Per la Fiorentina, certo, ma anche per Firenze tutta che avrebbe trovato nuovi stimoli e nuove opportunità pure per coloro che sarebbero accorsi da fuori. Un progetto che avrebbe potuto ricordare la crescita smisurata degli ultimi anni di alcune cittadine, da Bilbao a Monaco di Baviera passando fra musei e stadi, arrivando persino a imporsi a livello italiano come una sorta di richiamo ad altre opere, come il ponte sullo stretto.
Tutto molto bello, tutto molto invitante. Peccato che, terminato l'eco delle parole spese sul momento, siano intervenute le zavorre politiche, e persino qualche scheletruccio nascosto negli armadi di qualcuno. Inchieste, intercettazioni (come se in tal senso tutto il popolo gigliato non avesse già pagato abbastanza), e nuove schermaglie politiche su una questione, a oggi, ancora più ingarbugliata. Quel che rischia di passare in secondo piano, tuttavia, non è soltanto l'opportunità di una Fiorentina rinvigorita e davvero in grado di competere con tutte le rivali "big". Perchè, facile capirlo, non sempre sarà possibile spendere cinquanta milioni sul mercato, e non sempre la proprietà potrà garantire la realizzazione dei sogni di gloria europea a suon di moneta contante. Costringendo la Fiorentina a vivacchiare, sopravvivendo certo, ma anche riponendo certe ambizioni. E stadio o non stadio, cittadella o non cittadella, al di là delle parole (che ne siamo convinti continueranno a lungo) quel che rischia di non crescere mai è proprio Firenze. E con lei la Fiorentina.