NODI AL PETTINE
Fare tesoro dei propri errori è abilità che di certo può tornare utile. Soprattutto quando si deve provare a invertire qualche trend negativo. Per la Fiorentina, però, alle varie lacune c'è da considerare la velata testardaggine nel portare avanti le proprie scelte. Per carità, la coerenza è altrettanto utile quando si vuole portare avanti un progetto, a patto che non scada nella fuga (a occhi chiusi) da un vicolo cieco.
Sembra essere un po' questa la storia "offensiva" della Fiorentina. Laddove il riferimento all'attacco e tutt'altro che casuale. Dai tempi dell'arrivo di Alberto GIlardino, questa squadra, o meglio chi l'ha costruita, ha sempre avuto un rapporto a dir poco particolare con gli attaccanti. E con il loro mercato. Verrebbe da pensare all'affaire Barreto saltato sul fil di lana, se l'attualità non imponesse di ricordare la beffa olandese legata a El Hamdaoui.
Ma al tempo stesso vien da pensare anche alle scelte più che discutibili operate sul mercato degli attaccanti, inclusi i cosidetti vice Gilardino, tra i quali si annovera un terzetto a dir poco fotonico composto da Castillo-Keirrison e Santiago Silva. Il perchè, sui viola, si sia abbattuta una maledizione degli attaccanti potrebbe pure essere spiegato dalla sfortuna, se non fosse che ormai questa situazione dura da più di tre stagioni.
E al di là di quanto accaduto in passato, la realtà attuale è molto simile a quanto avvenuto soltanto un mese o poco più fa. La Fiorentina impegnata a Cagliari, il problema fisico di Jovetic, e una formazione che scendeva in campo con Lazzari e Ljajic di punta. Con il forfait di Amauri la Fiorentina si ritrova senza un attaccante di ruolo, e si affiderà alla "strana coppia" Ljajic-Jovetic che talune garanzie offensive, ad oggi, non le ha ancora offerte. Evidentemente, come su tanti altri aspetti, la Fiorentina non ha saputo imparare dai propri errori quasi a voler sfidare la sorte. Anche questi sono i risultati di quella velata testardaggine di cui sopra.