MODELLO AJAX, Tutte le differenze con la Fiorentina

17.04.2019 10:30 di  Dimitri Conti  Twitter:    vedi letture
MODELLO AJAX, Tutte le differenze con la Fiorentina
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Da quando l'Ajax si è imposta all'attenzione internazionale per i grandi traguardi raggiunti in Europa, avendo eliminato dalla Champions prima i campioni uscenti del Real Madrid e poi anche l'ultimo rimasto in gara di quella squadra, Cristiano Ronaldo, anche a Firenze sono scattati gli interrogativi sull'efficienza del modello Ajax, e sul come sia possibile che la Fiorentina, con un circuito economico di portata simile ed una filosofia anch'essa orientata in direzione dei giovani, non riesca neanche lontanamente ad imitarne le gesta, né in campo nazionale né in quello internazionale. È bene fare chiarezza, perché un confronto sarebbe impietoso ed anche abbastanza ingiusto nei confronti della Fiorentina. Andiamo a capire meglio perché.

La società della capitale olandese infatti rappresenta l'eccellenza assoluta del calcio a tinte arancioni, ed è la squadra più titolata del paese sia per quanto riguarda il campionato che sul fronte delle competizioni europee. Non inganni infatti la comparazione economica: il giro di soldi complessivo che deriva dall'Eredivisie è sensibilmente inferiore a quello della Serie A, e messe a confronto le due realtà - olandese ed italiana - l'Ajax ha una portata di soldi maggiore rispetto alla Fiorentina quando si tratta di agire entro i propri confini. Serve andare oltre ai freddi numeri e interpretarli, e questo è un punto molto importante, perché strettamente correlato a quello successivo, sui giovani talenti che ogni anno riesce a tirare fuori.

L'Ajax da questo punto di vista ha avuto l'intuizione di puntare fortissimo sull'accademia, che è una cosa ben diversa dal puro e semplice settore giovanile. Signfiica avere una rete di scouting che garantisca di accaparrarsi i migliori talenti del proprio paese quando sono ancora giovanissimi - ed è più facile se si rimane nella piccola Olanda - e di farli crescere anni nel club, seguendo le filosofie culturali, oltre che i dettami tecnici che imparano nei vari step. La cultura, poi, è il fulcro della questione: tra Olanda e Italia la differenza sul coraggio nel lanciare i ragazzini è schiacciante, e l'ascesa di Chiesa è solamente un'eccezione che conferma la regola. Basti vedere le difficoltà ad imporsi in prima squadra che hanno quasi tutti i giocatori emergenti della Primavera, e come esempio principe c'è Vlahovic, e la sua unica presenza da titolare in un campionato in cui Simeone ha fatto tutto fuorché trovare la continuità di reti e prestazioni. Sull'altro lato del fiume osserva tutto De Ligt, entrato nel giro della Nazionale olandese ad appena 17 anni. Sia Ajax che Fiorentina crescono giovani talenti per rivenderli in un futuro e rigenerarsi poi, ma lo fanno in due modi diametralmente opposti. E nel caso della Viola non con la crescita dei talenti italiani tramite la formazione totale, per usare una metafora storico-calcistica che però ben rappresenta una società dotata di una seconda squadra che partecipa alla seconda divisione, bensì appoggiandosi spesso e volentieri al mercato estero. Una prima soluzione in tal senso potrebbe provenire dalla realizzazione del tanto chiacchierato centro sportivo giovanile, ma ad oggi questo ancora non c'è.