MERCATO SFIANCANTE
Giorni sfiancanti, perchè poi sembra di vivere un po' sempre la stessa storia. Non c'è stato molto tempo per godersi la vittoria sulla Juventus, tutti schiacciati dai venti di mercato cinesi più forti di qualsiasi aspetto. Kalinic e il Tianjin Quanjian di Cannavaro, Fali Ramadani che da Milano orchestra un'operazione da 40 milioni per l'ennesima plusvalenza da record di una Fiorentina che, di contro, nelle ultime finestre di mercato ha soprattutto venduto.
Kalinic di fatto è solo l'ultimo dei big partiti da Firenze verso lidi più ricchi. E il processo si è fatto ancor più continuo sin dal gennaio 2015, quando Cuadrado inaugurò la diaspora viola. Non può consolare il pensiero al prestito di Salah che arrivò a fronte della partenza del colombiano, fosse solo per come è andata a finire. E non consolano nemmeno le successive finestre di mercato, perchè sono quelle nelle quali a fronte degli addii di gente come Savic o Alonso non sono corrisposti grandi arrivi. Ecco perchè il malumore, o meglio lo scetticismo, si taglia con il coltello.
Perchè sempre meno tifosi sono disposti ad accettare di buon grado nuove rassicurazioni sul futuro reinvestimenti dei soldi di Kalinic. Corvino lavora in prospettiva, rifonderà la squadra in estate e probabilmente opterà per una soluzione "ponte" in questo mese di gennaio. Magari pescando anche il jolly vincente dal cilindro e dunque cogliendo l'occasione di un affare come quello per il croato impossibile da rifiutare. Ma è chiaro che spiegare la cessione dell'ennesimo pezzo pregiato (tanto più a una cifra inferiore alla clausola) è storia difficile da impacchettare a una città che, giusto domenica sera, era tornata a godersi un pizzico di soddisfazione.