LA MALEDIZIONE DEL POST-VLAHOVIC

26.11.2023 19:00 di  Alessandro Di Nardo   vedi letture
LA MALEDIZIONE DEL POST-VLAHOVIC
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San Siro, minuto cinquanta: Nico gestisce una transizione palla al piede che diventa due contro due, aspetta di arrivare a ridosso dell'area milanista e scarica sul compagno Lucas Beltran. Il numero nove si trova da solo davanti a Maignan, sul mancino il pallone dell'1-1. Beltran decide di controllare la sfera ma nel farlo si incarta, se l'allunga e viene mangiato in uscita dal portiere francese. Alcuni tifosi viola sui social hanno paragonato la giocata a freddezza nulla del Vikingo ai gesti dei suoi predecessori. 

Al di là delle suggestioni, la Fiorentina esce a San Siro con zero gol ed il bottino di Beltran in campionato rimane a zero. Zero gol in tredici giornate di campionato, uno in due se si conta la rete superflua di M'bala Nzola per il 3-0 al Cagliari. Sempre sui social, nelle ultime ore ha fatto il giro dei profili viola un dato che fotografa come la moria offensiva viola non inizi né nell'ultimo periodo né in questa stagione, ma un po' più indietro. Bisogna risalire al gennaio 2022: vi ricordate del numero nove prima di Beltran e Cabral? Il serbo che in un altro freddo Fiorentina-Milan di novembre (quella volta si giocava al Franchi) segnò una delle ultime doppiette di un centravanti viola in campionato. L'ultima la fece qualche giorno dopo, contro la Salernitana: da quel momento, in Serie A, non si è mai visto per due volte il nome di un attaccante della Fiorentina sul tabellino marcatori.

Ma c'è di più: per capire come sia cambiato il mondo nel post-Vlahovic, fa impressione mettere a confronto il rendimento del serbo nei sei mesi con Italiano rispetto a quanto fatto nei successivi due anni. Da agosto 2021 a gennaio 2022 Vlahovic mette a segno 17 reti in 21 partite di campionato. Se sommiamo le reti segnate in A dai suoi "eredi", Piatek, Cabral, Jovic, Nzola e Beltran, arriviamo a quota 20 gol in due anni, un bottino collezionato nel complesso in 101 partite. 

Numeri impietosi che fanno riflettere, oltre che sulle scelte di mercato fatte nelle ultime sessioni, anche sulla difficoltà ormai certificata che ha il modo di giocare di Italiano nel mandare in gol il proprio centravanti. Con Vlahovic era tutta un'altra storia e adesso che è passata l'arrabbiatura per il tradimento del serbo, in tanti (non più a bassa voce) rimpiangono l'attaccante della Juventus. Che da ormai due anni ha lasciato una voragine nell'attacco della Fiorentina, un'assenza e un eterno paragone che sa di maledizione per gli attaccanti viola.