ITALIA, La "strategia fiorentina"
Guai a chiamarla mossa d'immagine, anche se i maligni continuo a pensarla così. I motivi son chiari e palesi: un fiorentino tra i pali, tre viola in campo. E Cesare Prandelli, che ha fatto palpitare i cuori di Firenze per cinque anni, in panchina con la divisa azzurra. Emiliano Viviano, in primis. Lui che quando può si trasferisce da Bologna in Curva Fiesole, per esultare coi tifosi davanti ad un gol, per disperarsi per un occasione fallita o ancora per mettersi le mani nei capelli a fronte di un gol subito. Poi i tre assi di viola vestiti. Lorenzo De Silvestri, strappato all'Under21 di Casiraghi nonostante la decisività della gara dei baby azzurri, è rimasto fuori nel battesimo ufficiale di Prandelli e giocherà al posto di Cassani con le Far Oer. Poi Riccardo Montolivo, discreto ma non eccelso in Estonia, al centro di un vortice di mercato, voci e pseudo-firme sul suo futuro, titolare nel centrocampo confermato con Pirlo e De Rossi.
E poi Alberto Gilardino. Lui che è meno in forma di Pazzini, lui che cerca il gol come un dannato ma non lo trova come colto da una maledizione dell'ultimo tocco, proverà a sbloccarsi col suo allenatore. Col suo pubblico. Nel suo ruolo. Quello da titolare. Guai, però, a chiamarla mossa d'immagine. Strategia fiorentina, semmai.