INCERTEZZA
Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare. Mai adagio sembra più corretto per spiegare il comportamento della società viola in riguardo al rinnovo dei contratti "pesanti". Tante volte, in passato, si è dato per scontato prolungamenti che, puntualmente, non sono arrivati. Partendo da Prandelli fino ad arrivare ai mancati rinnovi di Donadel e compagnia, la Fiorentina ha dimostrato molte volte di essere una mina vagante in materia di rinnovi che, fino a prova contraria, potrebbero pure sembrare scontati.
La storia di Corvino presenta qualche profilo di corrispondenza. Da un'anno e mezzo e a più riprese il rinnovo del diesse è stato dato per scontato. Sia Andrea Della Valle sia Cognigni sia lo stesso Corvino lo hanno sempre definito "una formalità". Questione - secondo loro - di trovare semplicemente il momento giusto, l'occasione e il tempo di mettersi intorno a un tavolo e definire i dettagli, perché - sempre parafrasando le parole dei protagonisti - la sostanza sarebbe già decisa.
Eppure l'incertezza permane. Da qualche tempo, gli stessi attori glissano sulla vicenda, probailmente anche presi da tutte le altre questioni calde avvenute in casa Fiorentina in questi mesi. E questo pare elemento comunque da prendere in considerazione: la dirigenza viola, presa da esoneri e nuovi arrivi, mercato e difficoltà ambientali, ha sicuramente avuto altro a cui pensare.
D'altra parte c'è però da registrare che nonostante tutto il tempo passa. Il contratto del diesse scade a giugno 2012, e come succede coi giocatori può accadere coi direttori sportivi: più l'orologio gira più i rumors o semplicemente le illazioni montano. In questo senso, normali sono le voci di interessi di altre società (Inter e Napoli ultime in ordine di tempo) su Corvino. E, di contro, consuete sono le voci su eventuali nuovi responsabili tecnici che subentrerebbero allo stesso uomo di Vernole (Sabatini, Sartori, Sensibile e Bigon sono i nomi che sono circolati in questi ultimi mesi).
Ma, a prescindere dalla valutazione, legittima, che la società deve fare e farà sull'operato del diesse, la stessa valutazione che viene fatta su qualsiasi dipendente della società. Una considerazione pare fondamentale: questa volta la situazione di impasse deve essere contenuta, limitata sia nella portata che nella durata, perché d'altronde c'è pur sempre un mercato imminente (quello di gennaio) e un mercato prossimo futuro (quello estivo) che devono restituire una Fiorentina ai livelli di qualche anno fa. E l'incertezza, in questo caso, potrebbe avere conseguenze peggiori di altre volte.