IN VETRINA
Gomez sì, Gomez no. E non parliamo della partita col Parma di questa sera, ovviamente. Sfida clamorosamente importante, quella contro i ducali, soprattutto visti i risultati ottenuti nel week-end dalle concorrenti al 5° posto, che potrebbe anche vedere il tedesco (ri)partire dal 1' minuto in attacco. Ma al di là di probabili formazioni e ballottaggi (e per stasera, più di altre volte, ve ne sono eccome), il dubbio principale riguardante Gomez è relativo al suo futuro. Immediato, tra l'altro, visto il campionato che sta volgendo al termine.
Qualsiasi tipo di decisione o tavolo di confronto è obbligatoriamente rimandato al giorno dopo Fiorentina-Chievo (31 maggio), ultimo atto ufficiale della stagione viola 2014/2015, ma già da parecchie settimane le voci su una sua possibile partenza da Firenze si sono addensate attorno al Franchi. A sentire Montella, in conferenza, non ci si dovrebbe neanche porre il dubbio: "Gomez ha un contratto con la Fiorentina, fa parte di questa squadra come tutti gli altri". Tutto normale, o quasi. Se non fosse per la stagione negativa in termini di prestazioni e gol, ma soprattutto per l'ultimo atto, giovedì scorso, che ha visto l'ex-Bayern non prendere parte alla sfida di Europa League contro il Siviglia. E non per infortunio, ma per scelta tecnica.
Un'esclusione che ha ampliato, se vogliamo, le perplessità attorno all' attaccante che, in questa stagione, ha collezionato 32 presenze (2331' giocati) segnando 10 gol. Bottino amaro, soprattutto se allargato a tutta la sua esperienza in maglia viola (al netto degli infortuni): 47 presenze, 14 gol totali (uno ogni 230' giocati). Forse troppo pochi per una Fiorentina in cerca di gol anche per il prossimo anno. Con l'incognita Rossi sempre presente, ben presto si deciderà se puntare ancora sul cannoniere tedesco o se, magari, risparmiare i soldi del suo (lauto) ingaggio per altri obiettivi. Il tam-tam sulle cifre è già partito. Per il momento, però, a mancare più che altro sembrano essere le squadre interessate. A Gomez, adesso, il compito di sfruttare al meglio questi ultimi 270 minuti. Per il bene della Fiorentina. E di sè stesso, soprattutto. Perché il futuro, al momento, non promette nulla di buono.