CHI L'HA VISTO?
"Quale sfortuna, quando non si segna non si vince.." Questo l'Andrea Della Valle pensiero raccolto dai cronisti all'uscita dello stadio Franchi nel post partita di Fiorentina-Juventus. Come dare torto all'ex ed eventualmente futuro presidente, i numeri sono impietosi: gol realizzati dai viola 38 e decima posizione nella speciale classifica di prolificità al pari del portentoso Lecce, invischiato nelle gelide acque della retrocessione. Nemmeno il 'fattore Franchi' è stato di aiuto: 22 gol e dodicesima posizione al pari delle corazzate offensive Catania e Lecce. Fuori dalle mura amiche del Campo di Marte le cose non vanno di certo meglio: 16 gol e sempre dodicesima posizione al pari del Cagliari (prossimo avversario dei viola) ed a +1 e +2 rispettivamente a bombardieri del gol quali Parma, Cesena e Lecce.
Numeri già terribili che fanno autentico raccapriccio se confrontati con quelli degli anni passati, dove la Fiorentina a fine anno si attestava intorno ai minimo 60 gol fatti in una stagione (il peggior risultato è rappresentato - guarda un po' - proprio dalla scorsa stagione con 48 gol fatti, sempre e comunque 10 in più di questa al netto delle cinque partite che mancano). Seguendo la media dei gol realizzati in questa stagione ed a meno di risultati tennistici nelle ultime gare, i viola si attesteranno intorno ai 44/45 gol in 38 sfide. Una cifra che di Europa non ha niente visto che, a meno cinque giornate dalla fine, Juve e Palermo (settima e ottava classificata) hanno totalizzato già 50 gol tondi tondi.
Ma perché questa abulicità offensiva, perché questa mancanza totale di capacità di offendere, perché questa limitatissima attitudine al gol? I motivi sono tanti e probabilmente investono in primis gli uomini che compongono l'attacco, in secondo luogo colui che un paio di schemi avrebbe dovuto insegnarli e - last but not least - i dirigenti che hanno pensato che il solo Babacar fosse capace di sopperire alle assenze e manchevolezze di Mutu e Gilardino.
Ormai la stagione è bella che andata, inutile piangere sul latte versato, recriminare e fare polemiche che - a questo punto - sarebbero quantomeno sterili. Tuttavia gli errori commessi in questa stagione dovranno giocoforza non ripetersi il prossimo anno proprio attraverso l'esatta valutazione delle forze offensive di questa squadra. Mutu fa ancora parte del progetto? Gilardino ha ancora voglia di sbattersi per questi colori? Babacar è giocatore su cui puntare o no? Mihajlovic è riuscito a dare qualche schema offensivo? Corvino ha sbagliato o meno a non affiancare un attaccante a Gilardino e Mutu? Tutti, nessuno escluso, dovranno essere valutati attentamente affinché una stagione così tristemente vuota di gol e quindi di emozioni non si ripeta. Le domande a cui cercare risposta sono evidentemente molte, non resta che sperare che saranno affrontate una per una, perché errare è umano ma perseverare sarebbe diabolico.