GIOVENTÙ BRUCIATA
Certe domande più uno se le chiede e più che la loro soluzione appare nebulosa e sconosciuta; e tra i vari quesiti – peraltro legittimi – che ogni tifoso viola potrebbe chiedersi circa la mediocre stagione della Fiorentina cui ha assistito, c’è sicuramente l’annosa questione dei giovani: ma fondamentalmente Mihajlović ha contribuito a lanciare nuove promesse in prima squadra o ha proseguito nel solco tracciato dal suo predecessore Cesare Prandelli, il quale ha sempre centellinato (o addirittura non ha mai preso in considerazione) l’uso della linea verde nelle partite di campionato? Domande, lo dicevamo, dalle risposte più che mai ardue e oscure. È possibile però tracciare una breve analisi di quelle che sono state le scelte del mister serbo nel corso della stagione circa l’utilizzo dei giovani in prima squadra nel corso di questo travagliato campionato, partendo ad esempio dal fatto che, ad inizio anno, il tecnico di Vukovar ha dovuto fare di necessità virtù sulla fascia sinistra, dal momento che il titolare inamovibile Manuel Pasqual, dopo l’addio di Massimo Gobbi, non ha ricevuto in dono dal mercato estivo un adeguato sostituto se non il giovane Nikola Gulan (l’anno scorso scarsissimamente impiegato in Serie B dall’Empoli) giocatore che, peraltro, nasce come centrocampista interno ed è stato adattato da Mihajlović a terzino sinistro: le prove che il giovane serbo ha offerto, come tutti ben sanno, non sono state esaltanti a tal punto che il ragazzo ha collezionato solo 4 presenze in Serie A. Un secondo capitolo della storia Siniša-giovani può essere quello relativo alla vicenda di Michele Camporese, talento della Primavera di Buso che, dopo ottime prestazioni e addirittura un gol, è tornato a giocare tra i baby viola non appena il titolare della Fiorentina (Natali) ha recuperato da un infortunio (scelta questa forse dettata anche dal fatto che Camporese si era macchiato di un’autorete nel match di recupero con l’Inter che lo aveva abbattuto psicologicamente). Terzo ed ultimo capitolo del curioso rapporto tra il tecnico viola ed i giovani è quello, storico e immarcescibile, con Babacar e Adem Ljajić: i due giocatori dal sicuro talento sono stati dapprima esaltati da Mihajlović, poi man mano accantonati in favore dell’esperienza dei giocatori più ‘anziani’ che hanno contribuito a risollevare le sorti della Fiorentina quando, nel girone di andata, brancolava nelle zone di bassa classifica.
Ad oggi questi non sono stati impiegati con una continuità sufficiente, avendo giocato solo alcuni spezzoni di partite negli ultimi minuti: davvero una miseria. Ed anche stasera, in un match che non conta niente, con la Primavera che tornerà in campo solo il 5 giugno, il tecnico della Fiorentina non ha ritenuto opportuno convocare in massa i giocatori più giovani, affidandosi (con l’eccezione del centravanti) ai calciatori più ‘anziani’ ed esperti. E allora speriamo davvero che la rinascita viola fin dalla prossima stagione possa veramente passare tra i piedi di questi giovani talenti fin ora ammirati, augurandoci che quanto di buono visto quest’anno tra le giovanili viola non si trasformi un una gioventù bruciata.