FESTA LEGITTIMA
Firenze conosce benissimo Manuel Pasqual. Ha imparato a conoscerlo per oltre un decennio, lo riconosce tutt'oggi visto che continua a vivere da queste parti. Questo per dire che forse era inevitabile che qualcuno ci rimanesse male per il rigore di ieri e tutto il resto. Lui, dal canto suo, ha cominciato praticamente da subito a gettare acqua sul fuoco delle polemiche, anche se non è detto sia riuscito a smorzare del tutto la delusione della tifoseria viola.
In tanti si saranno sentiti traditi non solo dalla scelta di calciare il rigore (legittima, sia chiaro, e degna di un giocatore in grado di sostenere la pressione che ne consegue, tanto più a poco dalla fine) ma soprattutto da quel bacio alla maglia azzurra che non è passato inosservato. Eppure, a pensarci bene, chiunque avesse segnato un gol così importante, in un momento così decisivo di un derby (e di una corsa alla salvezza inaspettatamente riaperta dal Crotone) avrebbe esultato vista l'importanza dell'evento.
Non bastassero, poi, gli aspetti strettamente professionalI di un giocatore tenuto ad esultare per i propri colori, ci sono poi quei ricordi che Pasqual non può certo cancellare. Oltre 10 anni di militanza viola che non sono bastati per un addio come si doveva, per esempio, o una fascia da capitano improvvisamente sparita un pomeriggio a Genova per decisione dell'allenatore. Forse, vien da pensare, anche per questi motivi Pasqual ha vissuto quel momento determinante in questo modo. E, forse, con un minimo sforzo di obiettività è facile comprendere come la sua festa sia stata legittima.