DAL "QUI PER IL VERTICE" AL "LOTTEREMO PER LA C.L."
La Fiorentina sta vivendo uno dei momenti più incerti della sua storia recente, innescato dalla brutta sconfitta rimediata in casa contro il Verona che ha di fatto posto la società nuovamente nel mirino dei tifosi. Non certo esente da critiche, il direttore generale Corvino è tornato a parlare nella giornata di ieri in occasione del consueto bilancio di fine mercato: la stretta attualità racconta di "giocatori forse non da Fiorentina", obiettivi inevitabili per una squadra che ha cambiato volto.
Il percorso di decrescita si rispecchia d'altronde nelle parole del dirigente di Vernole negli anni, il quale appena due stagioni fa non esitò a dichiarare di essere "tornato a Firenze per ambizione propria". Per lavorare sul mercato "tenendo conto delle esigenze tecniche per rimanere al vertice". Solo tre mesi dopo, Corvino si sarebbe trovato a dover giustificare la pressoché inesistenza del mercato estivo (tra l'altro con la cessione di Alonso in zona Cesarini), dando inizio al tormentone dei conti poiché la società nei due anni precedenti aveva avuto una "perdita finanziaria tale da raggiungere i 40 milioni di euro".
Con il ridimensionamento economico sempre più palese, anche dialetticamente non si è stati da meno considerando il passaggio - nel gennaio del 2017 - dagli ambiziosi riferimenti al vertice, all’obiettivo Europa. Salvo poi neppure riuscire a raggiungerlo, nonostante secondo il d.g. viola la squadra avesse nelle corde le "potenzialità per farcela". Sei mesi dopo, un ulteriore taglio del monte ingaggi: "È iniziato un nuovo ciclo, la squadra è stata ringiovanita: ripartiamo tutti insieme", le parole del Corvo ad inizio campionato.
Con un bilancio finalmente tornato ad un livello tale da poter permettere ai tifosi di riprendere ad avere aspirazioni quanto meno più ragionevoli, lo stesso Corvino poche settimane fa ha parlato a La Gazzetta dello Sport di un bersaglio comune, la volontà di "ricominciare a competere per la Champions League". Tutto questo prima di chiudere la settima sessione di calciomercato in attivo, ancora una volta anteponendo i paletti economico-finanziari ad ogni altro aspetto.
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