DA BOSKOV A CESARE, A volte ritornano

07.05.2012 16:30 di  Andrea Giannattasio   vedi letture
DA BOSKOV A CESARE, A volte ritornano
FirenzeViola.it
© foto di Alberto Fornasari

A volte ritornano. Sono tanti gli esempi nel mondo del calcio di allenatori che, dopo aver concluso un ciclo vincente, si sono separati dal loro club per poi farvi ritorno anni dopo per continuare il lavoro lasciato in sospeso. E la voce che vorrebbe un possibile quanto clamoroso ritorno di Cesare Prandelli sulla panchina della Fiorentina potrebbe davvero scrivere alla fine una nuova pagina dei capitoli legati ai ritorni di tecnici sulle panchine che li hanno resi immortali. Del resto non mancano esempi eclatanti nel passato, precedenti che tuttavia non hanno corrisposto risultati esaltanti sul piano dei successi.

Si comincia con Fabio Capello, allenatore del Milan tra il 1991 ed il 1996 e vincitore di 5 campionati, 3 Supercoppe italiane, una Champions League ed una supercoppa europea: il tecnico friulano, dopo l'inebirante esperienza in rossonero, si congedò un anno per andare ad allenare il Real Madrid per poi fare ritorno l'anno successivo nel capoluogo lombardo: in quella stagione però il Milan arrivò solo 10° e non replicò nemmeno lontanamente quanto fatto vivere solo pochi anni prima.

Altro esempio celeberrimo è quello legato a Vujadin Boškov, che allenò la Sampdoria in due occasioni: la prima, tra il 1986 ed il 1992, vincendo campionato, due Coppe Italia, una Supercoppa italiana, una Coppa delle Coppe e conquistando una storica finale di Champions League; la seconda panchina invece fu quella della stagione 1997-1998, conclusasi con un anonimo ottavo posto per i blucerchiati.

Si prosegue con Marcello Lippi, che - unico nel suo genere - si è reso protagonista di due clamorosi ritorni: uno alla Juventus ed uno in Nazionale. Con i bianconeri, dopo una prima esperienza in cui ebbe modo di conquistare 3 campionati, una Coppa Italia, due Supercoppe, una Champions, una Supercoppa europea ed una Coppa intercontintale, si concesse un ritorno due anni dopo, quando - nel biennio 2002-2004 - risuscì sì a bissare i successi tricolori (due scudetti e altre due supercoppe) ma in Europa non riuscì a replicare quanto di buono fatto vedere prima. In generale però un ritorno positivo e vincente. Cosa che però non si può dire della sua esperienza in Nazionale: Lippi, dopo aver vinto il mondiale 2006, si congedò per poi tornare nel 2008, fallendo clamorosamente la Confederation Cup del 2008 e i mondiali del 2010. Un ritorno forse da evitare.