CON AGO e FILO...
Ricordate l'immagine a sinistra della copertina? Risale esattamente ad un anno fa (o quasi... era il 21 agosto 2011): si disputava Fiorentina-Cittadella per il preliminare di Coppa Italia. Faceva caldo, anzi caldissimo nonostante si giocasse alle 18, quando a pochi minuti dalla fine Stevan Jovetic pensò bene di strapparsi la maglietta. Il gesto fu quasi violento, certamente rabbioso, e qualcuno avrà pensato: "Colpa della canicola, il povero Jo-Jo non ne poteva più e allora..." Ovviamente, niente di tutto questo. Per Stevan era la prima partita ufficiale con la Fiorentina dopo il terribile infortunio del 3 agosto 2011, dopo un anno interminabile di stop, e voleva a tutti i costi fare gol. La cosa più semplice e naturale per un attaccante. Ed, invece, ancora una volta (tale Gasparetto!) gli aveva ribattuto il tiro che sembrava a colpo sicuro. Da qui lo strappo della maglia, gli applausi del "Franchi", ancor più l'elogio del presidente esecutivo Mario Cognigni. "La maglia strappata da Jovetic - ebbe a dire il solerte dirigente viola - è il simbolo dello spirito del gruppo". E di quello spirito (?) Stevan voleva essere la guida, il punto di riferimento.
Sono passati 12 mesi, e la situazione è un pò cambaita. Sopratutto c'è stato un altro strappo, ahimè di genere ben diverso. Non è un mistero per nessuno che la Juventus volesse (e voglia tuttora) Stevan Jovetic, che il ragazzo ci avesse sperato (e forse ci speri ancora), che la Fiorentina lo abbia tirato fuori dal mercato senza peraltro dichiararlo incedibile. Eh già, perchè (Pradè dixit) se qualcuno si presentava con 30 milioni "cash" entrava in gioco un "gentlemen agreement" per il quale Stevan si sarebbe liberato verso altri lidi. Con tutta probabilità bianconeri. Questo fino all'intervento (duplice) di Andrea Della Valle in quel di Moena che, con signorilità ma anche con sincerità, ha ammesso il disagio provato dal ragazzo, le incertezze (nonostante un lauto contratto fino al 2016 firmato pochi mesi prima), ma che Stevan Jovetic se ne dovrà comunque fare una ragione. Aggiungendo, per ultimo, un laconico... speriamo che resti. Insomma, se non proprio uno strappo lacerante, possiamo parlare di distanza, di separazione tra i due elementi per la quale bisogna lavorare, bisogna mettersi lì e ricucire. Con ago e filo, appunto, con pazienza e precisione certosina.
Da parte sua Vincenzo Montella sta cercando di tessere la tela. Col montenegrino ha parlato il primo giorno di ritiro mettendolo al centro del progetto, a Moena lo ha stimolato al sorriso in una sfida all'ultimo rigore, al tempo stesso non gli ha lesinato qualche appunto invitandolo a guardarsi dentro, a valutare il suo futuro. Risultato? Una calda una fredda, uno strappettino qua, una ricucitura là, un sorrisino a destra, un "broncio" a sinistra. Adesso però il tempo dei dubbi è finito, perchè da domani si comincia a fare sul serio. C'è la coppa Italia, obiettivo sensibile per la nuova Fiorentina, e Jovetic è appena rientrato dalla trasferta con la sua nazionale. Per lui una buona prestazione ed un gol contro la Lettonia, mentre i compagni si "annoiavano" col Fiesole Caldine ed il Viareggio. In generale sono arrivate buone indicazioni, dai nuovi (Pizarro su tutti) ma anche dai vecchi (vedi il gemello Ljajic), adesso manca la ciliegina, il valore aggiunto, manca Stevan Jovetic. Ah, dimenticavamo... i tifosi? Bontà loro sono disposti a bypassare il "mal di pancia", piuttosto che i musi lunghi. Sopratutto sono disposti a comprare ago e filo per ricucire. Con mano ferma ed un pò di buon senso... si può.