COL SENNO DI POI

07.12.2018 00:00 di Dimitri Conti Twitter:    vedi letture
COL SENNO DI POI
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Troppo semplice esprimersi a conti fatti, quando certe cose sono già avvenute. Il tiro al bersaglio facile è storicamente uno degli sport prediletti dalle grandi masse, e i malumori che serpeggiano intorno alle recenti scarse prestazioni, soprattutto in zona gol, di Giovanni Simeone sono il perfetto specchio del discorso precedentemente esposto. L'argentino, nelle medie voto di quasi tutte le testate d'informazione sportiva, è tra i peggiori per rendimento nella Fiorentina, perlomeno tra i titolari in pianta stabile. La piazza, ormai da qualche settimana, invoca un'alternativa al Cholito, assente però in rosa dopo le scelte di mercato fatte in estate: Thereau è rimasto ma risulta quasi invisibile agli occhi di Pioli, mentre sono ancora troppo giovani ed acerbi Vlahovic e Graiciar, gli altri due attaccanti centrali che ha a disposizione l’allenatore. Ed ecco che, in perfetta sincronia con il calendario che mette di fronte ai viola il Sassuolo, è subito spuntato lo spettro di Babacar.

Il senegalese ha salutato Firenze, decisione presa a malincuore e non poco da un ragazzo che - e chi l'ha conosciuto lo sa bene - ha amato alla follia e vissuto a pieno il capoluogo toscano, nello scorso gennaio per approdare a Sassuolo, piazza diametralmente opposta a quella gigliata se si soppesano aspettative, ambizioni e pressioni. Un'operazione di prestito oneroso con obbligo di riscatto fissato a 9 milioni che, perlomeno inizialmente, sembrava aver lasciato contenti i più. Anche perché l'avvio del fresco ex viola nei suoi primi sei mesi in Emilia non è stato indimenticabile, con Babacar che ha pagato probabilmente anche le difficoltà di una squadra, quella nero-verde, che non riusciva a trovare facilmente la via della rete. Ma con De Zerbi la musica sembra essere cambiata.

Pur senza la garanzia di un posto fisso da titolare, condizione che ancora l'attaccante senegalese non è riuscito a trovare anche se sta ottenendo maggiore spazio rispetto all'esperienza in maglia viola, i numeri offensivi di Babacar messi a confronto con quelli di Simeone sono piuttosto impietosi. Una premessa, però, è altrettanto doverosa: le statistiche sono viziate anche dall'utilizzo totalmente differente dei due calciatori fatto dai rispettivi allenatori. Baba ha alternato partenze dal 1' a subentri, o panchine, mentre il Cholito è sempre stato chiamato ad esserci, salvo l'eccezione di Torino, forma o difficoltà fisiche che ci fossero di mezzo. Detto ciò, Babacar ha messo a segno un gol in più di Simeone - tre contro due - nella metà dei minuti, 1142 a 567. Ecco perché se il senegalese vanta una media realizzativa di una rete segnata ogni 189', l'argentino invece continua a corrucciarsi della sua che arriva ogni 571'. Sono più minuti di quanti non ne abbia completati lo stesso Babacar in Serie A, se riguardate i numeri con attenzione. Un confronto impari, al momento, nel quale Simeone può rispondere solamente tornando a percorrere la via della rete, magari proprio davanti agli occhi del suo ex compagno, diventato in questi giorni l'alternativa a lui che c'era ed è svanita. Se è vero che giudicare col senno di poi è sempre più semplice, è però evidente che certe scelte strategiche siano state fatte e oggi - numeri e umori alla mano - stiano lasciando dietro di sé più di qualche rammarico.