CERCASI VERO JOJO
Trecentonovantasette minuti a secco, recuperi esclusi. L'ultimo gol datato 2012, quando sotto l'albero di Natale la Fiorentina calava il tris a Palermo e volava al terzo posto in classifica. Da allora Stevan Jovetic, il top-player viola, è rimasto all'asciutto. E con lui tutta la Fiorentina, che nel nuovo anno non ha ancora vinto e - in quattro partite - è riuscita a segnare solo grazie a un autogol del portiere Brkic e a un gollonzo d'altri tempi con tiro di Roncaglia dalla propria metà campo e figuraccia storica di De Sanctis.
Ma i quasi 400' di digiuno di JoJo servono, oggi come non mai, a ribadire un concetto significativo quanto scomodo: la Fiorentina è tornata Jovetic-dipendente. Lo era a inizio campionato, quando nelle prime tre partite il montenegrino aveva segnato 4 dei 5 gol della squadra; lo è adesso, con JoJo che colleziona insufficienze e la Fiorentina che fatica a ritrovare se stessa, soprattutto quando c'è da buttarla dentro. D'altra parte, solo in 5 occasioni la Fiorentina è riuscita a vincere senza almeno un gol di Jovetic: con la Lazio (ma JoJo firmò un assist), a Genova, a Milano (era infortunato), con l'Atalanta (idem), col Siena (giocando solo 59'). Nelle partite in cui JoJo ha giocato ma non ha segnato la Fiorentina vanta un rendimento di 1,30 punti a partita, contro la media di 2,50 delle 6 partite in cui JoJo è andato a segno.
Insomma, il rilancio viola in questo girone di ritorno passa in gran parte dal ritorno ad alti livelli di Jovetic, giocatore che se vuole davvero essere un top-player deve riuscire a prendere per mano la squadra e a decidere le partite da solo o quasi. Otto gol in 16 partite (con due doppiette ma anche 10 partite all'asciutto) sono un buon bottino per un fantasista ma non certo ottimo per un attaccante. L'obiettivo di 20 gol stagionali, per quest'anno, deve essere alla portata per un giocatore come Jovetic a un passo dal salto di qualità. Che avverrà, a Firenze o altrove.