BONAZZOLI, Ritratto di un ariete generoso
Centonovantadue centimetri di generosità. Emiliano Bonazzoli non è un tipo che passa inosservato. Capelli lunghi in stile vichingo, passo lento, spalle larghe. Et voilà, la prima punta perfetta. In carriera, il centravanti di Asola, paesino le cui anime faticano a raggiungere le cinque cifre, non è mai stato un goleador di origine controllata. Anzi. Sono stati portieri e difese avversarie a tenerne a bada in lungo e in largo conclusioni e tiri in porta. Non le spizzate indisiose, però, non i suoi movimenti e le sue protezioni di palla erculei.
Sono la prerogativa di Bonazzoli, in doppia cifra in campionato solo nel duemila con il Brescia in B, ma con una ricca dose di assist e occasioni pericolose in cascina. Per gli attaccanti, si sa, sono le reti a passare agli archivi. Lui, invece, si è sempre accontentato di farle fare, gigante buono, torre che turba i pomeriggi delle difese avversarie. Contro Genoa e Chievo, sarà stato un caso, o probabilmente no, c’era eccome in occasione delle rimonte da adrenalina a mille. Come quando al 93’, domenica, ha protetto un lancio lungo, lo ha servito sui piedi di Mutu che ha trafitto Sorrentino. Domani ritroverà la sua ex squadra, tre stagioni e diciassette reti. Da protagonista, s’intende, visto che l’Ercole buono di Asola stavolta dovrà trasformarsi in ariete senza pietà.