BENEDETTA CONTINUITÀ
Di fatto la striscia di risultati positivi in campionato prosegue. Eliminando dal conteggio la vittoria con la Samp e la sconfitta con la Lazio in Coppa Italia, la Fiorentina non perde dal 5 novembre quando al Franchi vinse 4-2 la Roma di Di Francesco. Da allora la squadra di Pioli è indubbiamente cresciuta, passando indenne da campi complicati come il San Paolo e l'Olimpico, trovando anche quadrature tattiche intercambiabili a seconda dei moduli scelti.
Quanto raccolto nell'ultimo mese ha però avuto il suo prezzo, e la Fiorentina l'ha pagato in termini di stanchezza. Non è un caso che a fronte di una difesa rinnovata nella sua solidità dagli inserimenti - positivi - di Vitor Hugo e Milenkovic oggi come oggi sia soprattutto l'attacco ad affrontare le maggiori difficoltà. Perchè se Simeone ha comunque trovato il gol grazie alla sua caparbietà è parso evidente il bisogno di ricaricare le batterie sia di Chiesa che di Thereau.
Tra pochi giorni arriverà l'Inter al Franchi, nella prima di un girone di ritorno nel quale augurarsi di trovare soprattutto continuità. Quella stessa continuità che la Fiorentina ha sì trovato raccogliendo punti per sette partite consecutive, ma anche quella continuità nei 90 minuti, in partita, è necessaria a vincere partite come quella pareggiata con il Milan.
Un aspetto sul quale molti dei singoli possono e devono ancora crescere, a cominciare da Benassi per arrivare a un attacco chiamato a incidere di più sotto porta. Perchè concedere oltre mezz'ora di gioco, e un pareggio nel giro di due minuti, a un Diavolo venuto a Firenze decisamente intimorito è stato davvero un peccato mortale.