ADRIAN MUTU, World is (not) yours
No Adrian, questo non è un film. Non siamo di fronte alla piscina di Tony Montana dove spunta la rappresentazione della terra con la scritta imperante "World is yours". E non siamo nemmeno nella pellicola del grande Al Pacino che, in versione Carlito Brigante prova a tirarsi fuori dalle leggi della strada. Non siamo nei locali dalla musica sudamericana a tutto volume e dalle frequentazioni Vip. Niente di tutto questo Adrian. Non è il cinema, è tutto maledettamente reale.
Con 17 milioni di euro da pagare al Chelsea per questioni di cocaina, e 9 mesi di squalifica per doping legato alla sibutramina, risulta davvero difficile capire cosa passi per la testa di Adrian. Nemmeno qualche mese fa una rissa con un libanese, poi lo screzio in Piazza del Carmine per difendere la moglie, stavolta la rissa con un cameriere che, alle 5 del mattino, è ancora a lavorare. E, di certo, non per le cifre per le quali Mutu si ritrova in causa con la società per uno stipendio non pagato a seguito della squalifica. Qui non stiamo parlando della voglia di emergere di un portoricano scappato da Cuba per conquistarsi l'America. Non c'è Michelle Pfeiffer a fare la donna del boss, tantomeno le sparatorie del "Bad Guy" Scarface.
No, Adrian, non siamo in un film di Scorsese. Alle cinque del mattino, un calciatore che dalla prossima settimana tornerà in campo non può fare la ronda dei locali notturni per l'ultimo bicchiere della staffa. Non può ordinare alcolici, andarsene, tornare, non pagare, e infine prendere a calci un cameriere che è già a terra per il diretto ricevuto al sopracciglio, nemmeno avesse di fronte Mike Tyson.
Firenze, e la Fiorentina, gli avevano regalato la seconda chance. Un'opportunità che non a tutti viene concessa. Reduce dalla spola fra Livorno e Juventus, il "Fenomeno" era tornato tale sul terreno di gioco. E, di fatto, anche i gesti "da Fenomeno" fuori dal campo, erano stati se non propriamente perdonati, quantomeno concessi in vista del rientro. Anche dalla società. Firenze e la Fiorentina, del resto, si erano già aggrappati a lui per tirarsi fuori dalle paludi della bassa classifica.
La notizia che ha svegliato la città in un sabato di campionato è come l'ennesima mazzata su un'immagine, quella di Mutu, ormai sempre più vicina a quella di Al Pacino nelle sue interpretazioni più crude, che a non a quella del campione che deve risollevare la sua squadra. Quel che succederà adesso è ancora tutto da chiarire, ma una cosa sembra già scontata. Ancora una volta Adrian ha tradito tutto e tutti, sè stesso per primo. Come se i finali di "Scarface" o "Carlito's Way" non facessero intendere quali oscuri scenari possano realizzarsi quando si pensa di avere il mondo in mano. Qualcuno avvisi Adrian, allora. Perchè il mondo....non è suo.