ADRIAN MUTU, Un pranzo amarcord
Amarcord. A costo di essere retorici, melensi e forse un po' fuori luogo. Amarcord, ossia "io mi ricordo", rivivo, ho impresse nella memoria. Giocate da fuoriclasse, gol su punizione, su rigore, di testa, da fuori area, o facili facili da centravanti consumato. Tutto questo è stato Adrian "Il Fenomeno" Mutu. Cinque anni - come ha detto lui stesso - che sono coincisi con il momento d'oro della sua carriera. Fatti di partite epiche vissute da protagonista, grandi cadute di stile, scivoloni su bucce di banana grosse quanto un palazzo e sempre grandi ritorni, grandi gol e una città che lo ha chiacchierato e amato, sempre pronta a giudicarlo e a perdonarlo sulla scia di un gol, una punizione, un gesto da campione. Cinque anni sono difficili da sintetizzare e, forse, ognuno avrà il suo personalissimo ricordo custodito nel suo personalissimo cassetto, perché ripercorrere la storia fiorentina di Mutu equivale a ripercorrere la storia, a tratti esaltante, della Fiorentina europea e italiana.
L'arrivo - Coincide con la grande depressione di Calciopoli. La Fiorentina è in piena bagarre da processi e lui arriva tutto sommato in sordina. Corvino lo preleva dalla Juventus, anche lei impantanata nelle sabbie della giustizia, per un cifra irrisoria. Mutu, a ventisette anni, trova la sua dimensione. Prima stagione fulminante: la Fiesole conia "il Fenomeno" e lui risponde con l'inchino, segna 16 gol e porta, con Toni, la Fiorentina in Coppa Uefa. E' eletto miglior giocatore della Serie A.
La cavalcata in Europa League e la trasferta di Eindhoven - Nella seconda stagione, la 2007-2008, si ripete. Altri 23 gol tra campionato e Coppa Uefa. La Fiorentina di Prandelli è il nuovo che avanza, e lui ha il vento in poppa. E' l'11 aprile e la viola va in trasferta contro il PSV. Mutu gioca una gara storica, doppietta - uno su punizione fantastica - e chi era lassù ancora racconta di una serata magica, impensata e impensabile, fuori dal mondo. Mutu è la stella di una Fiorentina che brilla anche in Europa e lui, dopo le parentesi sfortunate di Chelsea e Juve, è di nuovo giocatore fondamentale a livello europeo.
La calda estate "romana" - E' il 2008. E' l'estate che segna la prima frizione con l'ambiente viola. Prima la gara, sciagurata, di semifinale di Europa League contro i Rangers. Poi il caldo e la trattativa, praticamente già conclusa, con la Roma. Firenze insorge, il Fenomeno non può lasciare i viola. E insorge anche Prandelli, la minaccia è semplice: se va via lui, vado via anch'io. Allora tutto rientra. Mutu resta a Firenze, ma alcuni rimpiangeranno ancora per molto i venti milioni che la Roma avrebbe versato. Intanto, il 14 agosto, un'altra tegola si abbatte sul talento di Calinesti. La Fifa lo condanna a risarcire i Blues per la cifra record di 17 milioni. E' la multa più alta di tutti i tempi.
La coppia con Gila e la Fiorentina formato Champions - La Fiorentina sale alla ribalta europea. Dopo la Finale di Uefa sfumata per un soffio, i viola si dedicano alla Champions e lui è il giocatore con maggiore esperienza al pari del suo nuovo-ex compagno Gilardino. E' la coppia ideale, giocavano a Parma e si ritrovano a Firenze. Con loro i fiorentini sognano. Ed infatti i viola si ripetono. E' il 15 febbraio 2009, la Fiorentina è sotto 3-0 contro i diretti rivali del Genoa, Mutu si sveglia nel secondo tempo e nel giro di mezz'ora porta un pareggio, incredibile, che sa di Champions League. Nella stagione successiva iniziano i problemi, i gol al Debreceni, la gara contro il Liverpool e i problemi alle ginocchia fanno da antipasto a ciò che accadrà di lì a poco.
Il periodo buio - E' il 10 gennaio 2010 e Mutu è trovato positivo ai metaboliti della Sibutramina. Per lui scatta la squalifica fino al 29 ottobre. Dieci mesi di sofferenze, di chiacchiere. Si scatena la ridda delle insinuazioni e c'è chi inizia a pensare che la sua carriera, almeno fiorentina, sia finita. Torna a Catania non senza l'ennesima polemica causata da una sua "avventura", a tarda ora, in un locale fiorentino. Passano pochissimi mesi ed è di nuovo polemica, questa volta feroce, con la società. Il Cesena lo vuole a gennaio e lui dice si, la Fiorentina, dal canto suo, non lo cede a titolo gratuito. Si consuma la frattura, la società lo mette fuori rosa, il suo agente risponde per le rime tra interviste e conferenze stampa show.
L'addio - Il 3 febbraio l'ACF comunica che Mutu è reintegrato in rosa. Gioca le sue ultime gare in viola segnando pure qualche gol importante. La sua avventura a Firenze è però finita e il 23 giugno 2011, quanto tutto sembrava saltato, arriva la notizia: è ceduto a titolo definitivo e gratuito al Cesena. Mutu sorprende ancora. Niente Arabia, niente petrodollari, la nuova vita inizia dalla provincia romagnola. Dopo Prandelli, passato alla Nazionale l'anno precedente, è un'altro pezzo di storia recente che va riposto nel cassetto dei ricordi. Il Fenomeno si inchina l'ultima volta, raccoglie le sue cose e se ne va. Amato e odiato, lui, ha sicuramente diviso e fatto discutere. I gesti tecnici però restano nei video e nei racconti di chi lo ha visto giocare e segnare per cinque anni. L'ultimo grande dieci della storia viola è lui. Firenze da quel giorno di fine giugno è tutta un po' più triste.